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Coronavirus, c’è una data per la ripartenza dell’Italia

L’emergenza del coronavirus fa saltare il 25 Aprile. Niente ponte del Primo Maggio. Forse soltanto da lunedì 4 maggio 2020 l’Italia potrà cominciare a ripartire. Dopo tre mesi dall’inizio ufficiale dello “stato di emergenza” proclamato dal governo Conte lo scorso 31 gennaio.

Ripartire? Poco alla volta

Potrebbe dunque essere questa – il 4 maggio – la data chiave. Lo scrive sul Corriere della Sera Fiorenza Sarzanini. “Con cautela e gradualmente”, come si affannano a ripetere gli scienziati. Per non rischiare di ritrovarsi in piena estate a chiudere nuovamente tutto perché ci sono nuovi malati e altre vittime.

Dopo Pasqua i giorni decisivi

Da metà aprile, subito dopo Pasqua, potrebbe essere concesso ad alcuni settori dell’imprenditoria e del commercio di ricominciare a lavorare. Ma per uscire di casa, tornare a passeggiare, incontrarsi con parenti e amici liberamente, dovranno trascorrere ancora settimane.

Divieto di assembramento

E in ogni caso le regole non cambieranno, precisa il Corriere. Sempre ad almeno un metro di distanza gli uni dagli altri. Con indosso le mascherine nei luoghi pubblici, tanto più se queste, come sta avvenendo in Lombardia e in Toscana, saranno rese obbligatorie per uscire di casa. Anche perché rimarrà in vigore a lungo il divieto di assembramento.

Usciremo di casa ma non come prima

Dal mese di maggio, invece, rigorosamente dopo il ponte del Primo Maggio, si potrà pensare a una circolazione più libera. Tuttavia molto limitata. E soltanto se – da un tempo congruo, come chiesto dagli scienziati – l’indice del contagio di ciascuno di noi sarà prossimo allo 0. Vale a dire che sostanzialmente non ci saranno più nuovi contagi di coronavirus.

Cosa resterà proibito

Non sarà comunque consentito stare in gruppo per strada, scrive Fiorenza Sarzanini. Ma neppure nei parchi. Gli ingressi nei negozi saranno scaglionati. All’esterno da esercizi commerciali e uffici sarà ancora necessario fare la fila ad almeno un metro dagli altri. Niente eventi pubblici, feste nei locali chiusi o all’aperto, manifestazioni. E nella prima fase, niente bar e ristoranti. La possibilità di andare al parrucchiere o comunque nei centri benessere appare al momento molto lontana. E l’estate? È presto per parlarne.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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