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Coronavirus a Bergamo: i camion dell’esercito portano via le bare [VIDEO]

L’emergenza coronavirus ha determinato a Bergamo una situazione drammatica senza precedenti. Nella serata di ieri 18 marzo una lunga colonna di camion dell’esercito ha sfilato per le strade della città trasportando via una sessantina di bare dal cimitero cittadino.

In città i luoghi di sepoltura sono ormai al completo. Occorre trovarne di nuovi. Le autorità hanno indirizzato le salme delle persone morte in questi ultimi giorni a causa del virus verso i forni crematori di altre regioni. Fuori, cioè, dalla Lombardia.

Il sindaco Giorgio Gori ha inviato una lettera ai colleghi delle altre città per il sostegno in un momento che ha definito tragico. Intanto è a rischio – per carenza di personale medico -, l’ospedale da campo che dovrebbe essere aperto oggi 19 marzo alla Fiera di Bergamo.

Fra il capoluogo e la sua provincia il numero delle vittime da coronavirus è nell’ordine di centinaia. Molto più alto di quanto appaia ufficialmente, secondo il sindaco Giorgio Gori. Questo perché a molti cittadini deceduti non è stato fatto il tampone, per cui non rientrano nel conteggio ufficiale. Si calcola che le persone contagiate nel Bergamasco siano oltre 4 mila. Il totale dei contagiati in Italia è di circa 35 mila, comprese le vittime (3 mila circa) e i guariti (2 mila circa).

Eppure a oggi 19 marzo la provincia nuovo focolaio del virus è Brescia. La situazione si fa pesante. Secondo quanto affermato nei giorni scorsi dall’assessore lombardo allo Stato sociale, Giulio Gallera, “a Brescia i contagiati sono 2918, con un aumento di 445 in un solo giorno. I dati di Bergamo, considerando le terre di frontiera nella lotta al coronavirus, hanno registrato un aumento inferiore alle altre“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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