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Coronavirus: identikit di Domenico Arcuri, il super commissario

È lui il nuovo commissario delegato all’emergenza coronavirus. Domenico Arcuri, 57 anni, calabrese di Melito Porto Salvo è stato in passato compagno della conduttrice Myrta Merlino. Con lei ha avuto una figlia.

Il suo profilo professionale è imperniato su una carriera di manager pubblico. Arcuri ha lavorato nell’Iri, l’Istituto per la ricostruzione industriale, poi è passato a Invitalia di cui è amministratore delegato. Si tratta della società che è il braccio operativo pubblico al quale il governo affida lo sviluppo degli investimenti.

Arcuri si è laureato in Economia e Commercio alla Luiss nel 1986 con una tesi sulla “Redditività economica e sociale degli investimenti pubblici nel Mezzogiorno”. Dallo stesso anno ha lavorato all’Iri nella direzione pianificazione e controllo. Li si è occupato delle aziende del gruppo posizionate nei settori delle telecomunicazioni, dell’informatica e della radiotelevisione.

Poi dal 1991 la sua carriera è avanzata in Pars, joint venture tra Arthur Andersen e GEC. Una società nel settore della consulenza ad alto contenuto tecnologico. Nel 1994 ne è diventato amministratore delegato. Nel 2001 fu partner responsabile “Telco, Media e technology” di Arthur Andersen, poi acquisita da Deloitte, della quale è poi diventato partner e, infine, amministratore delegato di Deloitte Consulting.

Conte ha nominato Arcuri commissario all’emergenza coronavirus l’11 marzo 2020

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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