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Coronavirus, l’Oms: “È una pandemia”

“Abbiamo valutato che il COVID-19 può essere caratterizzato come una situazione pandemica”. Lo ha annunciato il capo dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus nel briefing da Ginevra sull’epidemia di coronavirus, oggi 11 marzo.

L’Oms certifica una pandemia quando un nuovo agente patogeno – per il quale non abbiamo ancora sviluppato gli anticorpi – si diffonde rapidamente dappertutto nel mondo. Sei le fasi che portano alla pandemia. Una di queste prevede un’area con una presenza di infezioni paragonabile a quella del paese in cui sono iniziati i contagi. Tra le pandemie più conosciute nella storia, la cosiddetta “spagnola” che si diffuse tra il 1918 e il 1919. E l’ “asiatica” del 1957.

Siamo incoraggiati dalle misure aggressive adottate dall’Italia, speriamo che abbiano effetti nei prossimi giorni”, ha proseguito il direttore generale dell’Oms.

Si dibatte intanto, in Italia, sulla possibilità di accogliere la richiesta di una ulteriore stretta in Lombardia. La richiesta della Lombardia di “chiudere tutto” per contenere il più possibile il contagio da coronavirus “ha senso”. “La pressione sul servizio sanitario regionale lombardo è spasmodica”, dice Walter Ricciardi, consulente del ministero della Salute, parlando su Radio Capital.

Ma la misura “che potrebbe essere proporzionata per la Lombardia”, visto che “è per l’Italia quello che Wuhan era per l’Hubei“, “non lo è per il resto del Paese”. “In particolar modo per le regioni centromeridionali dove questa situazione ancora non c’è”.

Il direttore dell’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) Tedros Adhanom Ghebreyesus

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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