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Coronavirus, “Cosa non vogliono dirci: l’Italia diventerà un lazzaretto aperto”

Nel grande can-can televisivo sul coronavirus, gli italiani si stanno perdendo. Invece di affidarsi agli scienziati di professione e alle direttive delle autorità sanitarie molti ascoltano indistintamente tutto e tutti. E si perdono. Le trasmissioni ospitano scienziati, a volte.

Più spesso gli opinionisti di sempre, che solitamente intervengono su tutto e di più. Alessandro Meluzzi, psichiatra e volto noto della Tv italiana, è intervenuto sul coronavirus a Quarta Repubblica, la trasmissione condotta dal giornalista Nicola Porro su Rete 4.

Secondo quanto riporta il sito web del quotidiano Libero, il Meluzzi tratteggia uno scenario a tinte fosche. “Purtroppo le frontiere non saremo noi a chiuderle, ma saranno gli altri – premette alla trasmissione del Porro, in una delle puntate andate in onda in questi giorni -. La Tunisia ha chiuso i voli e gli accessi per via aerea all’Italia. Sento anche notizie dalla Francia e dalla Svizzera secondo cui la chiusura di Schengen non verrà fatta dall’Italia, che diventerà così un lazzaretto aperto in entrata dall’Africa ma chiuso in uscita verso l’Europa, ma saranno gli altri purtroppo”.

“Di fronte a questo scenario – riprende -, che secondo me è immensamente probabile, proprio perché sta tornando il tempo della scienza, voglio ricordare a tutti i presenti una cosa che nessuno ricorda: la crescita fortissima che si è registrata in Italia, segnatamente in Toscana, di meningiti, è correlata al fatto che il meningococco di tipo C, che quasi in Italia non esisteva, viene dalla fascia del meningococco. Ovvero il Sahel, da cui proviene il 90% della migrazione africana in Italia – insiste Meluzzi -. Proviamo a dirlo al presidente della regione Toscana. Quello che voglio dire che i confini, come le membrane per le cellule, servono a sopravvivere. Non è questione di razzismo, non è questo il problema, ma quello di fermare i virus e i batteri”, conclude Meluzzi.

In Toscana, cinque anni fa, si registrò una crescita dei casi di meningite rispetto alla media annuale. La meningite non c’entra nulla con il coronavirus. L’emergenza da meningococco di tipo C rientrò di lì a poco tempo. Per far fronte a tale eventualità, che può verificarsi in tutta Italia, è importante vaccinarsi.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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