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Oscar Fashion 2020: alle dive piace “vincere facile”

Red carpet in gran parte “italiano” quello degli Oscar, dove la Oscar Fashion quest’anno ha visto brillare creazioni delle maggiori griffe di casa nostra. Certo, quasi nessuna celebrità ha voluto “osare”, o rischiare di essere additata come quella “scivolata su una buccia di banana”. Se da una parte le star ne hanno guadagnato in eleganza, qualcosa si è persa in originalità e freschezza. Ma non si può avere tutto dalla moda.

Cosa si sono dette le celebrità mentre preparavano il loro outfit per gli Oscar coadiuvati dagli stylist di fiducia? Quest’anno niente brutte figure, andiamo sul sicuro. Un bell’abito italiano, di un colore sobrio, linee pulite, qualche dettaglio glam e gioielli da urlo. Così non “toppiamo” l’Oscar Fashion.

Così è stato, infatti i capi più fotografati sono stati quelli di Valentino, Gucci, Versace, Armani Privè e altre prestigiosi marchi del “made in Italy” e qualche Chanel, Dior Couture, Elie Saab. Tra le nuance preferite il nero, il bianco, qualche tocco di rosa, l’argento, l’oro.

Le più belle? Sicuramente Renè Zellweger, con un Armani Privè monospalla luminosissimo bianco dalle linee pulite e sofisticate. Brie Larson in Celine, una creazione color rossa cipria arricchita da migliaia di paillettes con una bellissima scollatura, uno spacco abissale e uno spolverino in tinta che cadeva a piombo sulla figura.

E poi Salma Hayek in Gucci bianco monospalla arricchito da una manica e un drappeggio leggero di trasparente chiffon.

Un pò da “Morticia” della “Famiglia Addams” la creazione di Chanel indossata da Margot Robbie, per via delle maniche lunghe di voile di seta separate dal corpo dell’abito: il vestito comunque le stava benissimo e la “fashion police” americana ha apprezzato.

Chanel nero anche per Penelope Cruz, un modello non troppo originale con un fiore bianco sul corpino ma una interessante asimmetria nell’orlo che le ha scoperto e valorizzato le caviglie sottili. Delizioso il giro di perle sul punto vita.

Una ventata di “freschezza” l’ha portata il Versace rosa di Regina King, con una sola bretellina a ornare la spalla, la stretta gonna lunga a tubino sormontata da una voluminosa “coda sopragonna” e tempestata di cristalli. Un vero esempio di Oscar Fashion tradizionale ma hollywoodiano.

Bellissimo anche l’altro Versace di Cynthia Erivo, stavolta bianco candido illuminato da mille bagliori, una sola bretellina incrociata sul decolletè e uno spacco malizioso ma non eccessivo.

Non è piaciuto a tutti, ma sicuramente ha “illuminato” il tappeto rosso, il Ralph Lauren di Janelle Monàe argento tutto cristalli con maniche lunghe a guanto e cappuccio. Un vero capo da diva, che faceva risaltare la freschezza della pelle e la profondità degli occhi.

Bello il Jason Wu di Rebel Wilson, un capo tutto d’oro che ha esaltato il fisico non certo longilineo dell’attrice valorizzandone le forme. Una creazione che  ha dimostrato ampiamente come non serva indossare abiti larghi a “sacchetto” se non si ha la taglia 40, ma che si può essere belle e fashion anche in “plus size”.

Merita un applauso l’Elie Saab Couture di Jane Fonda, una creazione bordeaux già indossata nel 2014 ma bella, luminosa e adattissima alla sua figura. Un modo per riproporre un abito non certo datato e a impatto zero sull’ambiente, visto che tanto era già nel suo armadio.

Dopo le promosse, è il momento delle “rimandate”: celebrità che non hanno brillato nè per eleganza nè cattivo gusto ma che dovranno rimediare in futuro se vogliono essere considerate icone di stile.

Tra loro Charlize Theron, in Dior nero con una spallina maliziosamente, e artificiosamente, abbassata sul braccio, un capo che la stampa americana ha adorato e che però non ha certamente brillato per novità. Indosso alla divina Charlize, sempre di Dior, si è visto negli anni ben altro.

Nonostante fosse un bel modello, con raso di seta sotto e pizzo per il corpetto, non ha convinto l’abito di Scarlet Johansson, un Oscar de La Renta oro dalla nuance troppo vicina a quella dei suoi capelli e della sua pelle. C’è chi ha apprezzato anche il Dior Couture di Natalie Portman, nero con decori oro sinceramente dal sapore “antico”.

Ha scritto la “fashion police” americana commentando l’abito di Gucci di Saoirse Ronan: “Indossala ogni tanto una balza o una rouches”, lasciando intendere che forse quello applicato sul corpino nero e sopra la gonna lunga azzurra era un volant decisamente fuori misura. Così come le centinaia di balze sulla creazione di Sandra Oh, tulle su tulle, una bomboniera per le “nozze d’oro” con le gambe.

Chi ha decisamente “toppato”, facendo storcere il naso a tutti in mondovisione? Certamente la cantante Billie Eilish, colei che ha sfatato il detto “se è un capo Chanel non può che essere strepitoso”. Bellissimo il tessuto tradizionale della maison, belle le applicazioni con la doppia C. Orribile il modello, che le calzava come un sacco di juta può calzare al concorrente che si appresta a partecipare alla “corsa dei sacchi”, per l’appunto. Sarà divertente vedere cosa scriveranno gli appassionati di Chanel “a tutti i costi” pur di riabilitare la creazione della Eilish: Abito forse “particolare”? Forse “originale”? O ancora: “adatto a lei”? Non scherziamo, duole ma era davvero inutilmente brutto.

Così come il Dior di Greta Gerwing color verde petrolio: perchè scegliere una griffe come Dior Couture se poi opti per un abito dal colore improbabile per un red carpet e dal modello “antichissimo”? Bocciata all’unanimità, nonostante lo splendido collier di Bulgari.

 

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