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Cannabis light, via libera alla vendita dal 2020. Scoppia la polemica

La commercializzazione della cannabis light potrebbe diventare legale a tutti gli effetti dal mese di gennaio. Grazie a un sub-emendamento alla Finanziaria presentato dai senatori pentastellati Francesco Mollame e Matteo Mantero. Fino ad ora la cannabis era ammessa alla vendita dalla legge 242 del 2016. Una normativa che aveva fatto esplodere il fenomeno dei “cannabis shop”. Dal 30 maggio scorso, tuttavia, una sentenza della Corte di Cassazione ne aveva vietato la commercializzazione.

Se adesso l’attuale impianto del provvedimento sarà confermato, dal primo gennaio 2020 tutte le parti della canapa potranno essere commercializzate. A condizione che restino entro un tetto dello 0,5% di Thc – il delta-9-tetraidrocannabinolo, fra i maggiori principi attivi della cannabis – e dietro versamento di una accisa. Ciò secondo un meccanismo simile a quello applicato agli alcolici.

“Dal primo gennaio – si legge nel testo approvato in Commissione Bilancio – sarà liberalizzata la vendita di tutte le parti della pianta in forma essiccata fresca trinciata o pellettizata a fini industriali commerciali ed energetici, purché il contenuto di Thc nella biomassa non sia superiore allo 0,5 per cento”.

Entro lo stesso tetto di 0,5 il raggio d’azione della legge 242 del 2016 sarà allargato “alla coltivazione e alla trasformazione di qualsiasi parte della pianta, compresi i fiori, le foglie, le radici e le resine”. Esulta la filiera della canapa industriale, plaudono Coldiretti e Più Europa. Ma il centrodestra non ci sta. “Un pericolosissimo subemendamento dei 5Stelle fa fare passi avanti alle politiche di apertura alle droghe. Con il pretesto di regolamentare la produzione industriale di canapa – dice il senatore Maurizio Gasparri di Forza Italia – si favorisce la commercializzazione dei fiori facilitando la vendita di prodotti a basso contenuto di Thc. I grillini oltre a devastare l’economia vogliono devastare anche la salute delle persone”.

Prodotti derivati dalla canapa in commercio nei negozi

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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