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Brescia, la frase di Cellino lascia allibiti: “Balotelli? È nero, lavora per schiarirsi…”

Una battuta a titolo di paradosso, palesemente fraintesa”. Così il Brescia, in un comunicato, chiarisce la frase pronunciata questa mattina 25 novembre in Lega dal suo presidente Massimo Cellino. Il quale, alla domanda: “Cosa succede con Balotelli?” ha risposto: “Che è nero, cosa devo dire, che sta lavorando per schiarirsi però c’ha molte difficoltà”.

“Lo abbiamo sovraesposto…”

Un commento pronunciato sorridendo, quello di Cellino, che ha raccolto proteste sdegnando molti. Fino al comunicato ufficiale che il club bresciano ha dovuto diramare per tentare di placare le acque. “È giusto comunicare con la gente – aveva aggiunto Cellino in Lega – però forse Balotelli dà più peso ai social che ai suoi valori da sportivo. L’ho preso perché è un metro e 90, è un animale, ha ancora un’età per dire qualcosa nel calcio”. E ancora: “Poteva essere un valore aggiunto, per sovraesposizione lo abbiamo fatto diventare un punto di debolezza”.

“Però Mario non mi ha tradito”

A chi gli domandava di un possibile addio al Brescia dell’attaccante a gennaio, Cellino ha replicato: “Il mio allenatore ha fatto un errore settimana scorsa, in conferenza stampa ha parlato di Balotelli e non della squadra. Ho preso Balotelli a fine mercato, non per fare abbonamenti né per vendere pubblicità. L’ho comprato perché poteva essere un valore aggiunto. Se continuiamo a parlare di Balotelli facciamo male a lui e a noi stessi”. Il presidente del Brescia ha spiegato però di non sentirsi tradito da Balotelli. Super Mario dopo l’esclusione dalla sfida con la Roma per la scarsa intensità in allenamento, aveva liquidato le polemiche con un messaggio su Instagram. “L’ho preso sognando che potesse dare un valore aggiunto ma non speravo assolutamente che fosse quello che doveva salvare la squadra”.

“I social? Vanno spenti”

“L’ho detto anche a lui – ha spiegato Cellino prima dell’assemblea della Lega Serie A -. È troppo facile scaricare le colpe su Balotelli e usarlo come capro espiatorio. È un motivo per cui ho cambiato allenatore. Andava più aiutato lui di quanto lui potesse aiutare noi. Forse all’inizio eravamo in grado di farlo, ora ci siamo indeboliti noi come squadra ed è più difficile aiutarlo. Perciò dobbiamo cercare di parlare meno possibile e di spegnere ‘sti ca… di social, sono la bestia del Duemila”.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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