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Stefano Cucchi, la sorella Ilaria pronta a querelare Salvini: ecco perché

Il tribunale di Roma, attraverso una sentenza che potrebbe diventare storica, ha condannato il 14 novembre i carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro per la morte di Stefano Cucchi. La condanna, in primo grado al processo bis, è di 12 anni di carcere per omicidio preterintenzionale.

La sentenza è arrivata dopo dieci anni esatti dalla morte del 31enne geometra romano. Francesco Tedesco, carabiniere che denunciò il pestaggio di Stefano Cucchi in caserma, imputato al processo, è stato condannato a due anni e sei mesi. Le accuse per lui sono di falso. Il tribunale lo ha invece assolto dall’accusa di omicidio. Il maresciallo Mandolini, condannato a tre anni 8 mesi per falso, è assolto dall’accusa di calunnia.

Accuse prescritte per 4 medici e una assoluzione. “Ora mio fratello riposa in pace”, è stato il commento di Ilaria Cucchi. “Sono ancora frastornata – ha precisato Ilaria Cucchi dopo la sentenza -, sono passati tanti anni in cui abbiamo sentito parlare di Stefano che era morto di suo. Voglio ricordare che Stefano è morto anche di giustizia, è stato riconosciuto che Stefano Cucchi è stato ucciso. Cosa che, sia io che tutti coloro che hanno voluto approfondire questa storia e non piegarsi alle ipocrisie, sapevamo fin dal principio. Però ci sono voluti dieci anni per farlo riconoscere in aula di giustizia”.

Ma la sorella di Cucchi ora va all’attacco dell’ex ministro degli Interni e leader della Lega, Matteo Salvini. “Stefano non è morto di droga, cosa c’entra la droga?”, dice Ilaria. Salvini infatti, commentando la sentenza di condanna per i carabinieri ritenuti responsabili della morte di Stefano Cucchi, ha detto che rispetta la famiglia. Ma, ha aggiunto, il caso “dimostra che la droga fa male“. “Che c’entra la droga? Salvini perde sempre l’occasione per stare zitto”, ha ribattuto Ilaria in diretta a Circo Massimo, su Radio Capital.

Anch’io da madre sono contro la droga, ma Stefano non è morto di droga. Contro questo pregiudizio e contro questi personaggi ci siamo dovuti battere per anni – ha sottolineato Ilaria Cucchi -. Tanti di questi personaggi sono stati chiamati a rispondere in un’aula di giustizia, e non escludo che il prossimo possa essere proprio Salvini”.

 

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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