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Tiene un quadretto appeso in cucina. Ma è un Cimabue: ecco quanto vale

Se si posseggono quadri antichi può succedere a volte l’incredibile. Scoprire, ad esempio, di avere appeso alle pareti di casa un capolavoro dal valore quasi inestimabile. Ma di non averne avuto fino a poco prima la benché minima idea. È quello che è accaduto a una donna francese di Compiègne, la cittadina a un centinaio di chilometri a nord est di Parigi, nelle cui vicinanze Giovanna d’Arco fu fatta prigioniera il 23 maggio 1430.

Per anni la signora ha tenuto in casa un quadro dipinto dal pittore medievale Cimabue senza sapere che era l’opera di uno più grandi artisti di tutti i tempi. Ora dovrà trovare qualcosa di diverso da appendere al muro. In cambio, però, potrebbe ricevere una cifra compresa fra i 3,5 e i 5,5 milioni di euro. Queste sono le stime di valutazione dell’opera fatte dagli esperti in vista dell’asta che si terrà il 27 ottobre prossimo.

Un laboratorio di periti ha certificato che si tratta del Cristo deriso. Una tavola di 26 centimetri per 20 che si credeva perduta. Faceva parte probabilmente di un dittico risalente al 1280, periodo nel quale Cimabue ha realizzato otto scene raffiguranti la passione e la crocifissione di Cristo. Tavole simili sono conservate presso la Frick Collection di New York e all’interno della National Gallery di Londra.

Secondo quanto raccontato dai media francesi, la signora di Compiègne era convinta che il suo quadro fosse un’icona sacra come tante altre, senza particolare valore. La teneva appesa poco lontano dai fornelli della cucina, un luogo decisamente poco adatto alla conservazione di un pezzo di storia dell’arte.

Un giorno ha deciso di farla valutare e agli esperti è venuto un colpo. Tempo una manciata di indagini ed è stata certificata l’appartenenza a Cimabue. Insieme, naturalmente, all’opportunità di destinarla a un luogo diverso dalla cucina di un’abitazione. Arriviamo così all’annuncio della messa all’asta: il valore stimato si aggira appunto fra i 3,5 e i 5,5 milioni di euro.

Photo credits: Twitter

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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