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Governo, M5S: rissa sui sottosegretari. “Non siamo ufficio di collocamento”

Il Governo Conte Bis, ottenuta la fiducia in Senato ieri 10 settembre, è pronto a cominciare la sua attività nel pieno dei suoi poteri. Manca tuttavia ancora un tassello non piccolo: la nomina dei sottosegretari. Giuseppe Conte punta a completare la squadra “il più presto possibile”, ma in realtà la partita è tutt’altro che chiusa.

Nel M5S il braccio di ferro appare il più infuocato. Molti sono i parlamentari che scalpitano e c’è anche qualcuno degli ex ministri che ambisce a fare il sottosegretario. “Il Movimento non è un ufficio di collocamento”, tuonano in una nota i presidenti pentastellati di Commissione alla Camera.

Per arrivare a una quadra, Luigi Di Maio ha chiesto ai capigruppo di mettere sul tavolo una rosa di tre, massimo cinque nomi. Poi sarà il capo politico M5S ad avere l’ultima parola, privilegiando le competenze e riservandosi di scegliere lui nomi non presenti nella rosa fornitagli dai parlamentari.

I nomi forti, comunque, rimangono scritti in neretto nelle liste di chi gestisce la partita. I partiti sono al lavoro per “chiudere entro la settimana”. L’optimum sarebbe nominarli nel Consiglio dei ministri di domani 12 settembre, ma in pochi sono pronti a scommettere sul risultato.

Nel M5S, Stefano Buffagni sembra destinato all’Economia, Manlio Di Stefano agli Esteri. Crescono le quotazioni di Luca Carabetta al Mise, mentre scendono quelle di Francesco D’Uva alla Cultura, anche se il capogruppo alla Camera dovrebbe in ogni caso entrare a far parte dell’esecutivo.

Nel Pd, in pole restano i nomi di Misiani, Manzella, Quartapelle, Sereni, Morassut, Serracchiani, Verini (verso l’editoria anche se i 5S propongono Carelli). A Leu potrebbero andare, invece, due “poltrone”. Lavora a un nome esterno al Parlamento Sinistra italiana. Rostan, Scotto e Muroni gli altri nomi in campo.

Intanto stamane Conte ha scritto su Facebook: “Subito al lavoro: oggi sarò a Bruxelles dove si prospetta una giornata fitta di incontri con i vertici delle Istituzioni comunitarie. In Ue non abbiamo tempo da perdere, ritengo sia prioritario accelerare per raggiungere 3 obiettivi fondamentali e per l’Italia e gli interessi degli italiani: la modifica del Patto di stabilità a favore della crescita, il superamento del Regolamento di Dublino, un regime interventi straordinari che favoriscano la crescita e lo sviluppo del nostro Mezzogiorno”.

Photo credits: Twitter

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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