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Svolta Instagram, like nascosti sotto i post. Ecco il perché

Instagram, il social media delle fotografie e delle immagini (proprietà di Facebook), ha stabilito di eliminare la possibilità di vedere quanti “like” un utente ha ricevuto un post. Per raggiungere questo obiettivo l’azienda ha avviato alcuni test in diversi paesi compresa l’Italia.

Come scrive online Alessandro Frau sul sito dell’agenzia di stampa Agi, si potrà sempre porre la propria approvazione davanti a un contenuto ritenuto interessante. Tuttavia scomparirà la possibilità di vedere quali siano i numeri complessivi raccolti fino a quel momento. Solo la persona che amministra l’account potrà visualizzarli.

Tara Hopkins, Head of Public Policy EMEA di Instagram, ha spiegato qual è il traguardo finale di questi esperimenti. “Vogliamo – ha precisato – che Instagram sia un luogo dove tutti possano sentirsi liberi di esprimere se stessi. Ciò significa aiutare le persone a porre l’attenzione su foto e video condivisi e non su quanti Like ricevono. Stiamo avviando diversi test in più paesi per apprendere dalla nostra comunità globale come questa iniziativa possa migliorare l’esperienza su Instagram”.

In base a un’accurata analisi che Kaspersky Lab ha effettuato, le piattaforme social risultano sempre più delle vetrine che espongono oggetti anonimi, foto e frasi banali. Oppure video costruiti artatamente per creare scandalo. La socialità, quella vera, è quasi scomparsa. Le interazioni che si sviluppano non sfociano mai in discussioni mirate alla crescita degli individui coinvolti.

Pur di avere più like le persone mettono in discussione e in pericolo la propria privacy. Mostrano la propria abitazione (37%), la propria mail personale (31%), lo stato della propria relazione (30%), il posto di lavoro (18%) e così via. Sui social, insomma, c’è tutto quello che ci riguarda. Spesso senza filtri. Gli intervistati, infine, affermavano che per colpa dei social avevano iniziato a comunicare sempre meno con i genitori (31%) i figli (33%) i partner (23%) gli amici (35%) e i colleghi (34%). Questo accadeva due anni fa. Basta poco per capire che oggi questi numeri non sono affatto migliorati.

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Facebook è la società proprietaria di Instagram

Photo credits: Twitter

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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