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Vincent Lambert, Houellebecq: “Ucciso dallo Stato, costava tenerlo in vita…”

“Lo Stato è riuscito a fare ciò che gran parte della sua famiglia aveva insistentemente provato a fare da anni. Ossia uccidere Vincent Lambert”. Inizia così il duro attacco dello scrittore francese Michel Houellebecq contro le istituzioni di Parigi.

Il testo è stato pubblicato in Francia da Le Monde e, in Italia, dal Corriere della Sera, oggi 12 luglio. Lambert, che viveva da anni in stato vegetativo dopo essere diventato tetraplegico a causa di un incidente, è morto ieri 11 luglio .

Michel Houellebecq, celebre anche in Italia per il suo Sottomissione, se la prende col governo francese. “Speravo nella neutralità dei suoi esponenti – scrive -. D’altra parte Macron aveva dichiarato che non si sarebbe immischiato. E io pensavo che i suoi ministri avrebbero fatto lo stesso”. Così non è stato.

Le parole di Houellebecq fanno riferimento alle esternazioni della ministra della Salute e della Solidarietà, Agnès Nuzyn. Secondo la quale l’insegnamento di questa triste vicenda sarebbe stato uno solo. Ossia che “non bisogna dimenticare di mettere nero su bianco le direttive anticipate” sulle proprie volontà in caso di malattia grave o di condizioni simili a quelle cui si trovava Vincent Lambert.

Lo scrittore transalpino si scaglia con una robusta dose di sarcasmo contro la sanità pubblica francese. “Lambert non aveva lasciato alcuna disposizione – scrive Houellebecq -. Circostanza aggravante: era infermiere. Avrebbe dovuto sapere meglio di ogni altro che l’ospedale pubblico ha altre cose a cui pensare rispetto a mantenere in vita una persona con un grave handicap. Se nelle strutture pubbliche ci fossero troppi Vincent Lambert, costerebbero un sacco di soldi”.

Poi il riferimento allo stato di salute dell’uomo: “Non era in preda a sofferenze insostenibili, non soffriva affatto. Non era neanche in fin di vita. Viveva in uno stato mentale particolare o, più onestamente, dovremmo dire che non era quasi per niente cosciente. Non riusciva a comunicare con chi gli stava intorno (questa cosa, francamente, non è un fatto isolato: succede a tutti quasi tutte le notti)”. Per lo scrittore, insomma, non ci sono giustificazioni per l’interruzione del trattamento che teneva in vita Lambert. L’infermiere, sostiene, è stato vittima della sovraesposizione mediatica e dell’ingerenza dello Stato.

Vincent Lambert

Photo credits: Twitter

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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