Cinema

Si muore solo da vivi: concluse le riprese del film con Roia e Mastronardi

Fa sempre piacere quando si dà spazio a un’opera prima. Negli scorsi giorni si sono concluse a Gualtieri (Reggio Emilia) le riprese di “Si muore solo da vivi” di Alberto Rizzi.

Si è cominciato a girare il 9 maggio toccando anche la bassa mantovana. A palazzo Bentivoglio di Gualtieri si sono svolti pure dei casting per ricoprire i ruoli minori e immaginiamo la curiosità dei cittadini nel rapportarsi con un set che li ha riguardati così direttamente.

Si muore solo da vivi: cast

Protagonisti sono Alessandro Roia e Alessandra Mastronardi. Accanto a loro anche Neri Marcorè (Ivan), Francesco Pannofino (Fredo), Ugo Pagliai (nei panni del capitao) e Amanda Lear (Giusy Ganaglia) e ancora Paolo Cioni, Emanuele Fortunati e gli interpreti reggiani Andrea Gherpelli e Marco Morellini.

si muore solo da vivi
Il post su instagram di Alessandra Mastronardi mentre era sul set

Si muore solo da vivi: trama

Orlando (Roia) ha tutta l’aria del perdente: a quarant’anni vive alla giornata sulle sponde del Po, pigro, solitario e sulla via della resa. Finché il terremoto del 2012 non lo costringerà a rimettersi in gioco, tra nipoti a cui badare, una band da rimettere in piedi e soprattutto un grande amore, Chiara la Mastronardi), che si riaffaccia dal passato.

Si muore solo da vivi: dichiarazione del regista

Ha spiegato il regista: «partendo da un evento drammatico come il sisma che ha colpito l’Emilia, ho voluto realizzare, con profondità e leggerezza, un omaggio alla forza di questa terra e della sua gente: una commedia sulle seconde occasioni, ambientata in un mondo di musicisti di provincia, pescatori e balere color zafferano».

Chi è Alberto Rizzi

Cerchiamo di conoscere meglio Rizzi, attraverso le sue stesse parole:
«Per molti anni hanno scritto che ero un giovanissimo regista, ora si limitano a scrivere che sono un regista. Sono un attore per contingenza, un regista per vocazione, uno scrittore per passione. Avevo diciotto anni quando fondai la mia casa di produzioni teatrali e cinematografiche e la chiamai Ippogrifo perché già allora mi sembrava necessario poter giungere sulla Luna nel più breve tempo possibile. Scrivere per il teatro è sempre stato il mio grande amore. Ho scritto diverse opere teatrali, tra cui l’Elefante Bianco un testo che mi ha fatto apprezzare dalla critica e dal pubblico e che mi ha regalato molte soddisfazioni, come il secondo posto al premio di drammaturgia Diego Fabbri nel 2006. Sei anni più tardi ho portato in scena quel testo come regista e attore con un ottimo successo. L’Elefante Bianco e tutti i testi che ho scritto parlano della menzogna, anche se non so il perché, oppure forse lo so, ma non mi va di scoprirlo. Ippogrifo è la casa di molti artisti veronesi e non solo. Nel 2009 ho incontrato l’attrice veronese Chiara Mascalzoni che è diventata l’altra anima di Ippogrifo e la prima attrice di tutti i miei spettacoli. Un paio di anni fa è arrivata anche Barbara Baldo ad occuparsi dell’organizzazione, anche di quella della mia vita. Ho girato film e allestito spettacoli. Ogni giorno che ho passato in teatro mi sono sentito fortunato. Ho raccontato storie, ho amato, ho riso e pianto, ho vissuto sempre sospeso a metà strada tra il piccolo mondo chiuso nelle mura di un teatro e il mondo grande che sta fuori da quelle mura» (dal sito ufficiale di Ippogrifo Produzioni).

Si muore solo da vivi: credits

Il film è stato scritto dallo stesso Rizzi a quattro mani con Marco Pettenello ed «è prodotto da Nicola Fedrigoni e Valentina Zanella per K+, con il sostegno di Emilia Romagna Film Commission e Mantova Film Commission, e con la partecipazione del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Malossi e Sifà.
K+, dopo il successo ottenuto al box office con Finché c’è Prosecco c’è Speranza, torna sul grande schermo per raccontare le terre lungo il Po, questa volta con una commedia romantica piena di colori e sentimenti» (dalla nota ufficiale relativa al film).

Ph cover: Valentina Zanella

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