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“Non si tolgono la maglia….”, Vittorio Feltri e le donne del calcio

Un elogio alle donne, questa volta le donne del calcio. Il direttore di Libero, Vittorio Feltri, dice la sua su Twitter. E commenta i mondiali di calcio in rosa attualmente in svolgimento.

Le donne del calcio – premette Feltri – quando segnano non si tolgono la maglia. Questo basta a farmele preferire ai maschi”. E ancora, altri validi motivi per apprezzarle: “Non litigano con l’arbitro perché sono non solo gentili ma anche civili”. Un elogio a tutto tondo.

Vittorio Feltri, parole shock su Andrea Camilleri: web indignato

(notizia del 19 giugno 2019) Vittorio Feltri, senza peli sulla lingua, commenta le condizioni critiche di salute dello scrittore, insegnante e regista Andrea Camilleri. Quest’ultimo si trova attualmente ricoverato in rianimazione, in seguito ad un arresto cardiaco. Non si hanno buone notizie, purtroppo, perché le sue condizioni restano molto gravi ma, al momento, i medici lo tengono sempre sotto controllo e monitoraggio. Vittorio Feltri non si ferma nemmeno dinanzi alle condizioni precarie di salute del siciliano, anzi, infierisce sulla sua situazione, con parole durissime.

“Le capacità affabulatorie di Camilleri non sono in discussione, la struttura matematica dei suoi racconti è esemplare e ammirabile. Ma la sua testa matta, oltre che affascinante, desta qualche perplessità. Non riusciva a capire che il marxismo era già marcio ancor prima di imporsi. E, quando esso si rivelò una bufala e svanì quale neve al sole, Andrea non ebbe la forza di riconoscerne il fallimento brutale. Rimase rosso ma non di vergogna. Egli ha rivendicato fino all’ultimo la sua adesione al bolscevismo”.

“Non tutta, ma quasi. Oggi, di fronte alla probabilmente prossima fine, riconosciamo allo scrittore ogni merito tecnico e a lui ci inchiniamo. L’unica consolazione per la sua eventuale dipartita è che finalmente non vedremo più in televisione Montalbano, il terrone che ci ha rotto i co******, almeno quanto suo fratello Zingaretti, segretario del Partito Democratico, il peggiore del mondo”.

Queste sono le parole che Vittorio Feltri ha scritto nel suo personale editoriale, in prima pagina su Libero. Oltre a “tirargliela” rovinosamente, come anche il web ha ironicamente evidenziato, non ha alcun rispetto neanche in un momento così tanto delicato. L’accusa a Montalbano, poi, protagonista della fortunatissima serie tv tratta dai romanzi di Andrea Camilleri, ha il sapore di una strumentalizzazione. Senza alcuna reticenza, si scaglia brutalmente contro Luca Zingaretti, che ha l’unica “colpa” di essere il fratello di Nicola, suo fratello e segretario del PD.

Il web insorge come non mai, approfittando delle parole di Vittorio Feltri, per aprire una parentesi dolorosa sul poco rispetto, talvolta, del giornalismo. Qualcuno coglie l’occasione per rigirare le accuse al Ministro dell’Interno Matteo Salvini, risaputo estimatore di Vittorio Feltri che, a sua volta, appoggia la Lega. Ed è qui che nasce l’ironia, soprattutto partendo dall’epiteto “terrone” che Feltri accosta al nome del commissario Montalbano. Adducendo dunque ad una – non così tanto – velata critica sociale, fatta di razzismo. E anche Libero, il giornale dove Vittorio Feltri ha scritto quello che pare essere un elogio funebre ante litteram (e sui generis), è accusato di appoggiare il partito di Salvini, senza pudore.

 

Photo credits: Twitter

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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