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Sarri alla Juventus, la presentazione: ed è già polemica…

Giovedì 20 giugno: il giorno di Maurizio Sarri. Il nuovo tecnico della Juventus, appena arrivato da Londra, si presenta in conferenza stampa. Stranamente Sarri, che ama sempre indossare la tuta, si presenta nella sala Giovanni e Umberto Agnelli dell’Allianz Stadium in giacca e cravatta.

Sono molto contento di essere qui oggi“, sono le sue prime parole da allenatore della Juventus, come riportate da Repubblica. Paratici sulla scelta di Sarri: “Avevamo le idee chiare sin dall’inizio ma bisogna avere rispetto di tutti i soggetti in campo, un allenatore sotto contratto, un grande club come il Chelsea”.

L’arrivo alla Juve, ecco le parole di Sarri: “La Juventus è la società più importante in Italia, per me è il coronamento di una carriera lunghissima e difficilissima. Penso di avere rispettato tutti, anche nell’ultimo atto al Chelsea. La Juve mi dà l’opportunità di tornare in Italia. Non ho mai visto una società tanto determinata a prendere un allenatore”.

E il passato a Napoli, la città che ora polemizza con lui e lo addita a traditore?Da bambino ero tifoso del Napoli e lì ho dato tutto, dal punto di vista professionale e morale”. Sarri non rinnega il suo passato partenopeo. “Nell’ultimo mese ho avuto dubbi, che la società mi ha tolto presentando Ancelotti. Non è stata colpa della società, ma mia, perché il dubbio tra continuare o andare via era forte. Ho preferito andare all’estero, per non passare subito a un’altra italiana. Penso di avere rispettato tutti”.

Sulla Champions: “Mi aspetto di alzarmi la mattina e studiare il modo di vincere le partite perché pensare che il risultato sia dovuto è già una sconfitta. La Juve in Italia ha l’obbligo di essere favorita e fare bene, in Champions ha l’obbligo di partire con l’obiettivo di vincere e la consapevolezza che ci sono 8-9 squadre che hanno la stessa forza. E deve purtroppo essere accettato anche un risultato diverso. La responsabilità più forte è a livello italiano”. “La Champions – ha precisato – è un sogno da perseguire con determinazione feroce ma con un coefficiente di difficoltà mostruoso“, ha aggiunto Sarri, che sul modulo precisa: “Bisogna avere le idee chiare su 2-3 giocatori che possono fare la differenza e metterli nella condizione di farla”.

Allenare Cristiano Ronaldo? Mi sono trovato ad allenare giocatori forti, molto forti nel Chelsea e qui si va a livello superiore, al top mondiale. È un’emozione, un ragazzo che ha quasi tutti i record che si possono avere e mi piacerebbe fargliene battere qualcun altro”. Le accuse alla Juve quando era a Napoli: “Il mio primo pensiero era battere la Juve, era il mio dovere morale e professionale. Ho dato il mio 110%, non ci siamo riusciti, lo rifarei, poi è chiaro che era un’avversità sportiva. È finita e la mia professionalità mi porterà a dare tutto per questa città. E se vedo un avversario disposto a tutto per sconfiggermi, posso anche odiarlo ma devo anche apprezzarlo”.

Lo scetticismo dei tifosi della Juve: “Arrivo alla Juventus con scetticismo come dappertutto, dall’Empoli al Napoli fino al Chelsea. Ma vengo dalla storia mia ed è anche giusto che ci sia un minimo di rancore e scetticismo. Io conosco solo un modo per togliere lo scetticismo dalla gente: vincere e convincere, andare in campo e fare un buono spettacolo”.

Photo credits: Twitter

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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