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“Soldi nelle cassette di sicurezza, Salvini vuole una tassa”. Scoppia la polemica

Una “pace fiscale” sui contanti che gli italiani hanno nelle cassette di sicurezza delle banche. L’ha proposta Matteo Salvini. “Mi dicono che ci sono centinaia di miliardi in cassette di sicurezza, fermi – dice il leader della Lega e vicepremier, intervenuto a Porta a Porta martedì 11 giugno – potremmo metterli in circuito per gli investimenti. Si potrebbe far pagare un’imposta e ridare il diritto di utilizzarli”.

Parole che bastano perché il Pd parli dell’annuncio di nuova patrimoniale. Non è un’idea nuova quella di Salvini di intervenire sulla ricchezza chiusa nei caveau delle banche. Secondo alcune stime si avvicinerebbe ai 200 miliardi di euro.

Stamani 12 giugno Matteo Salvini ha fatto marcia indietro. E ha smentito la possibilità di una patrimoniale o di una tassa sulle cassette di sicurezza. Sono “prive di qualsiasi fondamento le ipotesi di una patrimoniale, di tasse sui risparmi, sui conti correnti degli italiani o su cassette di sicurezza”, afferma Salvini. “Siamo al governo per togliere, non per aggiungere tasse. L’unico ragionamento riguarda una ‘pace fiscale’ per chi volesse sanare situazioni di irregolarità relative, oltre che a Equitalia, al denaro contante”.

Già il governo Gentiloni aveva pensato a una “voluntary disclosure” di contanti o titoli al portatore chiusi nelle casette di sicurezza, con un’aliquota al 35%. E la stessa Lega, un anno fa, rilanciava l’idea, parlando però di un’aliquota più bassa, tra il 15 e il 20%. Il procuratore capo di Milano Francesco Greco ha spiegato comunque già nel 2016 che si tratta quasi sempre di somme “di provenienza illecita”.

Più tradizionale, invece, la carta segreta del ministro dell’Economia Giovanni Tria per convincere l’Europa a rinunciare alla procedura d’infrazione, riporta Repubblica. È la fatturazione elettronica e la rottamazione-ter. Ma non sarà facile. Il ministro dell’Economia, che martedì 11 giugno è intervenuto alla Camera, punta a ridurre il deficit-Pil di quest’anno.

Lanciato verso il 2,4%, il rapporto deficit-Pil dovrebbe essere ridotto di almeno uno 0,2% per scendere al 2,1-2,2%: ci vogliono dai 3,6 ai 5,4 miliardi. Dove trovarli? L’idea è di riuscirci senza una manovra-bis. Il ministro ha parlato di “maggiori entrate tributarie e non tributarie” nella prima parte dell’anno e ha detto che fornirà stime più aggiornate a fine luglio.

Il direttore generale dell’Agenzia delle Entrate Antonino Maggiore, anch’egli in audizione al Senato, si è mostrato ottimista sull’operazione “pace fiscale”. Di fatto si tratta di un condono strisciante. Sarebbe alla fine composto da rottamazione-ter e “saldo e stralcio”. Le cifre di adesione sono in linea con le aspettative: in totale 1,5 milioni di contribuenti. Sono state rottamate 9,4 milioni di cartelle per un controvalore di 21,1 miliardi.

Photo credits: Twitter

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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