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Pamela Mastropietro, Oseghale condannato all’ergastolo

Ergastolo con isolamento diurno per 18 mesi. Questa la pena inflitta in primo grado per Innocent Oseghale, condannato quale responsabile dell’efferato assassinio di Pamela Mastropietro, 18 anni, romana.

Lo spacciatore di droga nigeriano, trentenne, è stato condannato per violenza sessuale, omicidio e occultamento di cadavere di Pamela. Il corpo della ragazza fu trovato fatto a pezzi in due trolley sul ciglio della strada a Pollenza, vicino Macerata, il 31 gennaio 2018.

La sentenza, emessa dai giudici della Corte d’Assise di Macerata, è arrivata mercoledì 29 maggio 2019 dopo oltre cinque ore di camera di consiglio. Prima di leggere il verdetto il presidente della Corte d’assise Roberto Evangelisti aveva raccomandato silenzio. Ma quando ha pronunciato la parola “ergastolo” ci sono state grida di giubilo e applausi, che si sono subito smorzati ad un’occhiata lanciata verso il pubblico dallo stesso Evangelisti.

“Avevamo chiesto l’ergastolo ed ergastolo è stato”. È il primo commento del procuratore di Macerata Giovanni Giorgio dopo la sentenza. Giorgio ha ringraziato i collaboratori della Procura, i magistrati, gli avvocati, anche quelli della difesa.

“È stato un lavoro duro – ha aggiunto – c’è stata tanta pressione mediatica, ma noi abbiamo cercato sempre di tenere i piedi per terra“. Il procuratore ha citato anche un altro processo complesso: quello di Luca Traini, l’autore dei raid a colpi di pistola contro i migranti per “vendicare” Pamela. Come è noto i giudici hanno condannato Traini a 12 anni di carcere pochi mesi fa. La vicenda Oseghale comunque non è finita. “Questa è solo una prima tappa, probabilmente ci sarà un ricorso in appello e forse la Cassazione…”.

Alessandra Verni, la mamma di Pamela, è convinta che ci siano altri responsabili della morte orribile di sua figlia. “Fuori uno, adesso tocca a tutti gli altri – ha dichiarato -. Non credo che Oseghale abbia fatto tutto da solo, siamo convinti che ci siano altre colpevolezze da accertare”. “Quei segni di contenimento sul braccio di Pamela – aggiunge Alessandra secondo il racconto fatto da Repubblica – sono il segno che le hanno iniettato a forza la dose di eroina. Pamela odiava gli aghi, l’eroina la fumava ma sono sicura che non si bucava. Sono state dette e scritte tante cose non vere, su di lei”.

Al centro la madre di Pamela Mastropietro oggi a Macerata

Photo credits: Twitter

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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