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Manuel Agnelli e la cultura sotto attacco: perché i tagli del Governo Meloni fanno discutere

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Duro j’accuse di Manuel Agnelli nei confronti del Governo Meloni e dei tagli alla cultura

Manuel Agnelli, leader e voce degli Afterhours, autentico punto di riferimento per oltre un ventennio del rock alternativo e indie italiano, non è nuovo a prese di posizione pubbliche molto autorevoli, ma l’intervento a Otto e Mezzo, il programma di approfondimento di Lilli Gruber su La7 di alcuni giorni fa, segna un ulteriore salto di tono.

Manuel Agnelli vs Giorgia Meloni

Il rocker, simbolo di una scena culturale che negli ultimi vent’anni ha accompagnato trasformazioni sociali e mutamenti politici, parla senza giri di parole: per lui, le politiche culturali dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni rappresentano “un disastro”. Un giudizio tranchant che trova una vasta eco sui social, con numerosi rilanci da parte di fan e analisti della scena musicale italiana, ripresi anche da reazioni di molti addetti ai lavori e nelle analisi dei principali quotidiani, che sottolineano come il settore sia entrato in un nuovo stallo.

Secondo Agnelli, la situazione più critica riguarda il cinema, dove i tagli al Fondo Unico dello Spettacolo rischiano di provocare uno stop generalizzato alle produzioni fin dal prossimo 1 marzo, con numerose produzioni sospese o annullate. Un allarme che circola da settimane negli Stati Generali dello Spettacolo e che trova conferma nei timori espressi da produttori, registi e tecnici, tutti concordi nel definire la prospettiva “insostenibile”.

Un settore fragile e senza tutele

Manuel Agnelli, però, non si limita alla denuncia economica. Il cuore del suo j’accuse riguarda la promessa mancata dell’indennità di discontinuità, una misura pensata per proteggere lavoratori intermittenti come tecnici, fonici, macchinisti e musicisti aggiunti. Professioni fondamentali ma spesso invisibili, prive della stabilità contrattuale necessaria ad affrontare periodi di inattività.

La legge, approvata nella scorsa legislatura, avrebbe dovuto correggere decenni di precarietà strutturale. Ma, secondo Agnelli, i decreti attuativi hanno snaturato il progetto, trasformando un meccanismo di tutela in “una mancetta”. Una critica condivisa da molte associazioni di categoria, che lamentano procedure poco chiare, accesso limitato ai fondi e una fortel discrezionalità amministrativa.

Giovani, protesta e politica

Manuel Agnelli legge questa crisi dentro un quadro più ampio: “Si tratta di disaffezione delle nuove generazioni nei confronti della politica. Mentre migliaia di giovani scendono in piazza per lo sciopero generale o per il cessate il fuoco in Medio Oriente, la cultura è percepita come terreno di battaglia identitaria più che come investimento sociale. La politica contemporanea parla solo a persone già convinte” dice il cantante, criticando un linguaggio semplificato che alimenta tifoserie e polarizzazioni.

Manuel Agnelli, sul palco durante il reunion tour con gli Afterhours – Credits Instagram @aew.manuelagnelli (TVBlog.it)

La proposta: trasformare gli spazi pubblici in luoghi culturali

Nel suo intervento il musicista annuncia anche una raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare che riconosca i live club, i teatri e gli spazi ibridi come veri e propri luoghi culturali. Una riforma che, nelle sue intenzioni, faciliterebbe la burocrazia, attirerebbe sponsor e garantirebbe stabilità economica a tutto l’indotto.

Un progetto ambizioso, che non riguarda solo la tutela di un settore ma la visione di un paese: quello in cui la cultura torna a essere un valore pubblico e non un costo da comprimere.

Chi è Manuel Agnelli: un protagonista della cultura italiana

Leader e fondatore degli Afterhours, Manuel Agnelli è una delle figure più influenti del rock alternativo italiano dagli anni Novanta a oggi. Con album iconici e tournée che hanno segnato intere generazioni, l’ultima delle quali ha riunito la band degli esordi per un tour di enorme successo la scorsa estate, ha contribuito a ridefinire il linguaggio musicale italiano in chiave più internazionale e sperimentale.

Oltre all’attività con la band, Agnelli ha portato avanti progetti solisti e collaborazioni con artisti di diverse scene, dal rock all’indie fino alla musica d’autore. Famosa la sua collaborazione con i Måneskin nata nel corso della sua lunga presenza come giudice a X Factor in un ruolo ha rappresentato un punto di svolta per l’immaginario pop italiano, portando per la prima volta su un palco mainstream un approccio rigoroso, colto ma soprattutto alternativo alla musica.

Stefano Benzi

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