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Il Piracy Shield blocca Google Drive: disagi per milioni di utenti

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Nelle ultime ore si è verificato un errore clamoroso nel sistema anti-pirateria Piracy Shield. Si tratta di un sistema sviluppato per contrastare lo streaming illegale delle partite di calcio di Serie A e gestito dall’Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni). Questo sistema, che normalmente dovrebbe bloccare i siti pirata utilizzati per la trasmissione non autorizzata di contenuti sportivi, ha invece bloccato per errore l’accesso a Google Drive, paralizzando l’attività di milioni di utenti per diverse ore.

La lotta alla pirateria

Negli ultimi anni, la pirateria online è diventata una delle principali minacce per l’industria dell’intrattenimento, soprattutto nel settore sportivo, dove molti siti non autorizzati trasmettono illegalmente le partite di calcio. Per contrastare questa pratica, è stato introdotto in Italia il Piracy Shield, un sistema avanzato che permette di oscurare i portali di streaming illegali, specialmente durante eventi di grande rilevanza come le partite di Serie A.

Foto X @AroundedTech

L’errore fatale del Piracy Shield

Tuttavia, il 20 ottobre 2024, durante il match tra Juventus e Lazio, si è verificato un malfunzionamento senza precedenti. Google Drive, una delle piattaforme cloud più utilizzate al mondo, è stata erroneamente inserita nella lista dei siti da bloccare dal Piracy Shield. Il risultato è stato disastroso: milioni di utenti in Italia hanno riscontrato l’impossibilità di accedere ai propri file e di scaricare documenti, creando gravi disagi sia a livello personale che professionale.

L’errore è durato per circa tre ore, con numerose segnalazioni provenienti da tutto il paese. Oltre a Google Drive, si sono registrati problemi anche su altri servizi Google, come YouTube, creando un effetto a catena che ha colpito un’enorme platea di utenti.

Le conseguenze per gli utenti

Per molti, questo blocco temporaneo ha rappresentato un danno significativo. In particolare, le persone che utilizzano Google Drive per lavoro si sono ritrovate senza accesso a documenti importanti, progetti aziendali o persino materiale scolastico. Anche nel settore dell’educazione, numerosi studenti e insegnanti hanno riportato difficoltà nell’accedere a materiali didattici salvati sulla piattaforma.

Giacomo Lasorella, presidente di Agcom, l’ente pubblico che gestisce il Piracy Shield. Foto X @SempreLibero2

L’incidente ha messo in luce alcune criticità del sistema Piracy Shield, sollevando dubbi sulla sua affidabilità e sulla sua capacità di distinguere in modo accurato i siti pirata dai servizi legittimi. Diversi esperti del settore IT hanno sottolineato la necessità di implementare strumenti di controllo più raffinati e una maggiore collaborazione tra le piattaforme tecnologiche e le autorità preposte alla regolamentazione.

Reazioni al disastro Piracy

L’episodio ha scatenato polemiche non solo tra gli utenti, ma anche tra associazioni di consumatori. Il Codacons, una delle principali associazioni italiane a tutela dei diritti dei consumatori, ha annunciato l’intenzione di presentare un esposto contro l’utilizzo del Piracy Shield, definendo la situazione come un “precedente pericoloso“. Secondo il Codacons, un sistema che può bloccare piattaforme essenziali come Google Drive rappresenta una minaccia per la libertà digitale e rischia di danneggiare ingiustamente milioni di utenti.

La risposta di Google

Dal canto suo, Google ha reagito prontamente, ripristinando l’accesso ai suoi servizi nel minor tempo possibile. Tuttavia, la piattaforma ha espresso preoccupazione per l’accaduto e ha sottolineato l’importanza di una maggiore cooperazione tra le autorità italiane e le aziende tecnologiche per evitare situazioni simili. “Google Drive è uno strumento essenziale per milioni di persone, ed episodi di questo tipo non devono ripetersi“, ha dichiarato un portavoce della società.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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