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Zelensky alla Ue: “Più armi e ingresso dell’Ucraina nella NATO”

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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è recato a Bruxelles il 17 ottobre per un incontro cruciale con i leader dell’Unione Europea e ha chiesto un supporto militare più deciso per l’Ucraina. La Russia ha in pugno saldamente il 20% del territorio ucraino, a seguito dell’invasione del 24 febbraio 2022, e la guerra – che non si è mai fermata neppure per un minuto – sembra aggravarsi giorno dopo giorno.

Zelensky chiede armi

Nel suo intervento davanti ai membri del Parlamento europeo, Zelensky ha richiesto un aumento significativo delle forniture di armi avanzate, tra cui sistemi di difesa aerea e missili a lungo raggio. Queste, secondo il presidente, sono fondamentali per poter respingere l’esercito russo, che continua a colpire le infrastrutture civili ucraine, creando devastazione e mettendo in pericolo la popolazione.

Volodymyr Zelensky (a sinistra) accolto dal segretario generale della NATO Mark Rutte. Foto Ansa/Epa Olivier Matthys

“Ogni giorno di ritardo costa vite umane”, ha dichiarato Zelensky, ribadendo che senza un flusso costante di armamenti moderni, sarà difficile per l’Ucraina mantenere il suo slancio militare. Questa richiesta arriva in un momento in cui l’esercito ucraino sta cercando di consolidare i suoi guadagni territoriali nelle regioni orientali del paese. Ma è in forte difficoltà nel farlo, anche perché la popolazione ucraina non ce la fa più: la guerra dura ininterrottamente da oltre due anni e mezzo.

Il ruolo dell’Unione europea

L’Unione europea si è dimostrata finora uno dei più forti alleati di Kiev, con pacchetti di aiuti economici e militari che sono stati vitali per mantenere in vita la resistenza ucraina. Durante l’incontro con Zelensky, Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha riaffermato l’impegno dell’Unione a continuare a sostenere l’Ucraina per tutto il tempo necessario.

L’Ue ha recentemente approvato un nuovo pacchetto di aiuti finanziari del valore di 35 miliardi di euro, destinato a coprire i bisogni di ricostruzione e le spese militari. Tuttavia, l’aumento dell’inflazione e le pressioni interne nei vari paesi europei stanno rendendo il sostegno pubblico alla guerra sempre più fragile, specialmente in nazioni come la Germania e l’Italia, dove crescono le richieste di negoziati e ci sono molti cittadini filorussi.

L’adesione alla NATO

Un altro punto fondamentale riguarda l’adesione dell’Ucraina all’Unione europea e alla NATO. Zelensky ha sottolineato che l’Ucraina, nonostante la devastazione della guerra, ha dimostrato la sua determinazione a difendere i valori democratici che stanno alla base dell’Unione.

“L’adesione all’Ue non è solo una questione geopolitica, ma una scelta di civiltà ha affermato il presidente. Zelensky ha quindi aggiunto che un’eventuale entrata dell’Ucraina nell’Unione sarebbe il riconoscimento del sacrificio fatto dal popolo ucraino per proteggere l’Europa dall’aggressione russa.

Il primo ministro ungherese Viktor Orban. Foto Ansa/Epa Olivier Matthys

Tuttavia, l’ingresso dell’Ucraina nella NATO resta un argomento controverso. Viktor Orban, primo ministro ungherese – notoriamente filorusso – ha definito i piani di Zelenskyspaventosi“, temendo un’escalation militare che potrebbe coinvolgere direttamente altri stati membri dell’Unione. Peraltro molti leader europei considerano la richiesta di adesione immediata di Kiev alla NATO con preoccupazione. Temono un coinvolgimento diretto in un conflitto con la Russia ben oltre i confini dell’Ucraina.

Zelensky e la guerra senza fine

L’incontro di Zelensky con i leader europei, compreso il neo segretario generale della NATO, Mark Rutte, evidenzia, in realtà, come non si veda ancora una fine della guerra in Ucraina. Le città ucraine continuano a essere bombardate, mentre la comunità internazionale fatica a trovare una soluzione diplomatica. Zelensky, nel frattempo, continua a mobilitare il sostegno internazionale, consapevole che solo con il supporto militare dell’Occidente l’Ucraina potrà aspirare a una vittoria definitiva contro la Russia. Il suo appello è chiaro: senza un aiuto più deciso, la guerra potrebbe protrarsi per anni, con un costo umano e materiale incalcolabile.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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