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Giorgetti presenta la manovra 2025: novità e misure strutturali

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Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha presentato il 16 ottobre la manovra finanziaria 2025. Il testo della legge di bilancio dello Stato delinea le principali misure e le sfide che l’Italia dovrà affrontare. Già discussa e approvata in seno al Consiglio dei Ministri, la manovra contiene interventi su vari settori, con particolare attenzione ai temi del lavoro, del fisco e delle risorse pubbliche.

Tagli e sacrifici: il ruolo delle banche

Uno dei punti più discussi della presentazione è stata la richiesta che Giorgetti ha fatto di sacrifici alle banche. Si tratta, ha detto il ministro dell’Economia, di un intervento necessario per garantire un’equa distribuzione del carico fiscale sulla popolazione. Giorgetti ha ribadito che “chiedere sacrifici ai banchieri non è una bestemmia“, rispondendo così alle critiche di chi vede nel contributo bancario un ostacolo alla crescita economica. Le banche, secondo il ministro, dovranno partecipare in modo significativo al risanamento dei conti pubblici, anche attraverso nuove tasse sugli utili.

Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia. Foto Ansa/Riccardo Antimiani

Manovra, cuneo fiscale e accise

Tra le principali novità della manovra, spicca la conferma del taglio del cuneo fiscale, una misura che punta a ridurre il costo del lavoro e ad aumentare il potere d’acquisto dei dipendenti. Il taglio, che è stato reso strutturale, rappresenta un punto di forza della politica economica del Governo, volto a sostenere le famiglie e i lavoratori.

Tuttavia, Giorgetti ha avvertito che la crescita del Pil nel 2024 sarà più bassa del previsto, complicando ulteriormente il quadro economico generale. Sul fronte delle accise, il ministro ha annunciato una riforma delle imposte sui carburanti, escludendo aumenti immediati. La riforma punta a rendere il sistema fiscale più equo, ma sarà introdotta gradualmente per evitare impatti negativi sui consumatori e sulle imprese.

Giorgetti: “Detrazioni ridotte per i single

Un’altra novità riguarda la riduzione delle detrazioni fiscali per gli uomini celibi e le donne nubili. Questa misura, che ha già sollevato polemiche, è giustificata dal Governo come un tentativo di incentivare la formazione di nuclei familiari e sostenere la natalità. Si tratta di una delle priorità del ministro Giorgetti. Le risorse liberate da questa riduzione saranno destinate a finanziare misure di welfare e supporto alle famiglie.

Giorgetti col sottosegretario Maurizio Leo alla conferenza stampa di presentazione della manovra economica del Governo per il 2025, il 16 ottobre a Palazzo Chigi. Foto Ansa/Riccardo Antimiani

La presentazione della manovra da parte di Giorgetti il 16 ottobre ha generato reazioni contrastanti, soprattutto a Piazza Affari, dove si sono registrate oscillazioni nei titoli bancari. Le misure fiscali previste hanno infatti creato incertezza tra gli investitori, che temono un impatto negativo sui profitti delle banche e, di conseguenza, sui rendimenti azionari.

Il taglio delle spese

Anche le associazioni di categoria hanno espresso preoccupazione per i tagli alla spesa pubblica, in particolare per quanto riguarda i fondi destinati ai ministeri e agli enti locali. Giorgetti ha risposto a queste critiche ribadendo la necessità di una spending review rigorosa per evitare sprechi e garantire un uso efficiente delle risorse disponibili.

La manovra 2025 porta dunque l’impronta del ministro dell’Economia, un quasi ‘tecnico’, spesso inviso alla sua stessa maggioranza parlamentare. Non mancano le sfide, a partire dall’implementazione delle misure più controverse, come i tagli alle detrazioni per i single e il contributo richiesto alle banche. Le prossime settimane saranno decisive per capire come il Parlamento valuterà la manovra economico-finanziaria del Governo e quali cambiamenti apporterà al testo uscito da palazzo Chigi.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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