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Pensioni a Quota 87: Come Funzionerà il Sistema Fino al 2028

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La nuova normativa sulle pensioni introduce la Quota 87, che sarà in vigore fino al 2028. Questo cambiamento mira a fornire maggiore flessibilità ai lavoratori nel pianificare il loro pensionamento. Scopriamo insieme tutti i dettagli e le implicazioni di questa misura.

Nuovo Orizzonte per le Pensioni

L’introduzione della Quota 87 rappresenta un cambiamento significativo nel sistema pensionistico italiano; offre infatti una nuova opportunità per i lavoratori di pianificare il proprio pensionamento in modo più flessibile. La Quota 87, che sarà in vigore fino al 2028, permette ai lavoratori di andare in pensione con una somma di età anagrafica e anni di contributi che raggiunga appunto il valore di 87. Questa misura, annunciata recentemente dal governo, è stata accolta con interesse sia dai lavoratori prossimi alla pensione sia dagli esperti di previdenza sociale. Ma come funziona esattamente la Quota 87 e quali sono le sue implicazioni?

Foto X @GrifoRampante

Come Funziona Quota 87

Il principio alla base della Quota 87 è relativamente semplice: per poter andare in pensione, un lavoratore deve avere una combinazione di età e anni di contributi che, sommati, diano un totale di 87. Ad esempio, un lavoratore potrebbe andare in pensione a 60 anni se ha versato 27 anni di contributi, oppure a 65 anni con 22 anni di contributi. O ancora: in pensione a 67 anni con 20 anni di contributi.

Questa formula è stata studiata per offrire maggiore flessibilità rispetto ai requisiti rigidi delle precedenti normative, come la Quota 100 o la Quota 102. L’obiettivo è consentire ai lavoratori di scegliere il momento più adatto per il pensionamento, tenendo conto delle proprie esigenze personali e familiari.

Vantaggi e Svantaggi

Quota 87 presenta dunque diversi vantaggi. In primo luogo, permette una maggiore personalizzazione del percorso pensionistico, adattandosi meglio alle diverse situazioni lavorative e contributive dei lavoratori italiani. Inoltre, favorisce l’uscita anticipata dal mercato del lavoro per chi ha iniziato a lavorare in giovane età e ha accumulato molti anni di contributi.

Tuttavia, non mancano le criticità. Uno degli svantaggi principali riguarda il possibile importo dell’assegno pensionistico, che potrebbe risultare inferiore rispetto a quello ottenibile con un maggiore numero di anni di contributi. Questo aspetto richiede una valutazione attenta da parte dei lavoratori, che devono considerare l’equilibrio tra l’età del pensionamento e l’ammontare della pensione.

Un altro aspetto rilevante della Quota 87 è il suo impatto sulle finanze pubbliche. L’anticipo dell’età pensionabile per molti lavoratori potrebbe comportare un aumento delle spese previdenziali nel breve termine. Tuttavia, il Governo Meloni ritiene che questo eventuale squilibrio di bilancio si possa compensare nel lungo periodo, grazie a un maggiore turn over nel mercato del lavoro e a un incremento dell’occupazione giovanile.

Per i giovani sarà difficile possedere una pensione pubblica nei prossimi decenni. Foto X @PagellaPolitica

Considerazioni Finali

La Quota 87 rappresenta un’importante novità nel panorama delle pensioni italiane. La possibilità di combinare età e anni di contributi per raggiungere il pensionamento offre una flessibilità mai vista prima, ma richiede anche una pianificazione attenta da parte dei lavoratori per evitare di compromettere l’importo della pensione futura.

Per sfruttare al meglio questa opportunità, è consigliabile rivolgersi a un consulente previdenziale che possa aiutare a valutare tutte le opzioni disponibili e a prendere decisioni informate. Con la giusta pianificazione, la Quota 87 può rappresentare una soluzione vantaggiosa per molti lavoratori italiani.

In conclusione, la nuova normativa sulle pensioni introduce un cambiamento significativo, destinato a influenzare le scelte di pensionamento di migliaia di lavoratori nei prossimi anni. La sfida principale sarà trovare il giusto equilibrio tra l’età del pensionamento e l’importo della pensione, garantendo al contempo la sostenibilità delle finanze pubbliche.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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