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JD Vance: chi è il vice di Trump per le elezioni Usa 2024

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Il 18 luglio 2024, James David Vance, all’anagrafe James Donald Bowman, conosciuto come J.D. Vance, 39 anni, è diventato ufficialmente il candidato alla vicepresidenza degli Stati Uniti al fianco di Donald Trump per le prossime elezioni presidenziali. Questa scelta segna una svolta importante per la campagna repubblicana, che punta a riconquistare la Casa Bianca con una piattaforma basata su nazionalismo economico e populismo.

Chi è JD Vance?

JD Vance, attualmente senatore, è noto al grande pubblico statunitense principalmente come autore del best-seller Elegia Americana: un libro che racconta la sua difficile infanzia nella Rust Belt americana e che ha offerto uno sguardo intenso sulle sfide della classe operaia bianca. La Rust Belt è la regione egli Usa compresa tra i monti Appalachi settentrionali e i Grandi Laghi, un tempo cuore dell’industria pesante statunitense.

Il candidato repubblicano alla vicepresidenza Usa, senatore JD Vance. Foto Ansa/Epa Shawn Thew

Nato e cresciuto nello Stato nordorientale dell’Ohio, Vance ha servito come marine nel Corpo dei Marines degli Stati Uniti e ha conseguito una laurea in legge a Yale. Prima di entrare in politica, ha lavorato nel settore del venture capital nella Silicon Valley.

La scelta di Trump

La nomina di Vance come vice di Trump non è stata una sorpresa per chi ha seguito da vicino la politica americana. Vance, che inizialmente era un critico di Trump, ha successivamente abbracciato molte delle posizioni del magnate. Ed è divenuto una figura chiave nella promozione della sua agenda politica America First. La sua storia personale di riscatto e il suo impegno per le questioni della classe operaia lo rendono un candidato attraente per molti elettori repubblicani.

Un discorso di speranza

Nel suo discorso di accettazione della candidatura a vice di Trump alla convention repubblicana di Milwaukee, il 18 luglio, Vance ha delineato una visione ottimistica per il futuro degli Usa. Ha promesso di lavorare per riportare i posti di lavoro negli Stati Uniti, migliorare le condizioni economiche della classe operaia e rafforzare la sicurezza nazionale. “Questa è una notte di speranza per l’America che tornerà a essere grande“, ha dichiarato Vance, ricevendo applausi entusiastici dai delegati presenti.

JD Vance (a sinistra) con sua moglie Usha alla convention di Milwaukee. Foto Ansa/Epa/Efe Jim Lo Scalzo

Egli è noto per le sue posizioni forti su temi come l’immigrazione, la politica estera e l’economia. Ha spesso criticato l’immigrazione incontrollata e ha proposto misure più severe per proteggere i confini degli Stati Uniti. In politica estera, Vance sostiene un approccio più isolazionista, opponendosi agli interventi militari all’estero e promuovendo la negoziazione diretta con Paesi come la Russia e la Cina.

Critiche e controversie

La scelta di Vance non è priva di controversie. Alcuni critici lo accusano di opportunismo politico, ricordando le sue precedenti critiche a Trump durante la campagna del 2016. Inoltre, le sue posizioni dure su immigrazione e politica estera hanno suscitato preoccupazioni tra gli alleati degli Stati Uniti e le organizzazioni per i diritti civili.

Con Vance al suo fianco, Trump punta a consolidare il suo sostegno tra gli elettori della classe operaia e a rafforzare il messaggio populista che aveva caratterizzato la sua prima campagna presidenziale. La combinazione fra l’astuzia e l’esperienza politica di Trump e la narrazione personale di Vance potrebbe rivelarsi vincente in un’elezione che si preannuncia altamente competitiva.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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