NewsPrimo piano

Usa, Musk verso la casa Bianca: “Se vincerà Trump, Elon lavorerà per lui”

Lo anticipa il Wall Street Journal. La mossa dei democratici? Costringere Biden a lasciare la sua corsa per mandare avanti un altro

Elon Musk, l’uomo più ricco del mondo, patron di Twitter (ribattezzato X), di Tesla, Starlink e Space X, potrebbe installarsi presto alla Casa Bianca. Ovvero dopo le elezioni presidenziali americane del 5 novembre 2024 se a vincerle sarà Donald Trump. 

Lo svela un’indiscrezione del Wall Street Journal: Musk sarebbe in pole position per diventare il consigliere economico del tycoon. Mentre dunque i divi di Hollywood si dividono sull’appoggio ai due candidati presidenti – Biden e Trump – e mentre lo stesso Trump attende la sentenza dei giudici nel processo che lo vede imputato a New York sul caso Stormy Daniels, l’attenzione dei media statunitensi si focalizza su ‘The Donald’. E sul suo possibile staff presidenziale.

Trump Musk consigliere Casa Bianca
Elon Musk. Foto Ansa/Epa Made Nagi

Musk e Trump, la strana coppia

È appunto il Wall Street Journal a raccontare che Trump e Musk si sarebbero incontrati a fine marzo a Montsoorel, nella tenuta dell’investitore milionario Nelson Peltz, a Palm Beach, in Florida. Una mini-vacanza a cui hanno partecipato personaggi di spicco dell’economia americana. Durante alcuni incontri Trump avrebbe parlato a Musk del suo possibile futuro ruolo alla Casa Bianca. Se Donald Trump tornasse a fare il presidente degli Usa, l’uomo più ricco del mondo potrebbe diventare consigliere della Casa Bianca sulle politiche relative alla sicurezza delle frontiere e all’economia.

Nel frattempo, sul fronte opposto del Partito Democratico che esprime il presidente uscente ricandidato, Joe Biden, cresce la paura. I dirigenti democratici, sui quali influiscono ancora in buona misura, i ‘clan’ Obama e Clinton, cominciano seriamente a temere la vittoria di Trump. Con o senza il coinvolgimento di Elon Musk. Secondo Politico, esponenti e strateghi che fino a qualche mese fa erano fiduciosi verso Biden stanno abbandonando il candidato ufficiale.

Da tempo, per altro, manca entusiasmo verso la figura del presidente uscente da parte dei sostenitori e dei militanti di base. Adesso, però, a 5 mesi dal voto, l’ansia è diventata “palpabile trepidazione“, scrive il sito americano. Politico ha interpellato oltre una decina di dirigenti del Partito Democratico, sottolineando che quello che essi affermano a microfoni accesi è ben diverso da quello che confessano in privato ad amici e colleghi.

Michelle Obama elezioni Usa
Michelle Obama. Foto Ansa/Epa CJ Gunther

L’ombra di Michelle Obama

Mentre dunque lo staff del tycoon di New York lascia che trapelino rumors sull’inedita coppia di potere (e d’affari) Trump-Musk, dalle parti di Biden il pessimismo dilaga. “Non vuoi essere tu quello che dice davanti ai microfoni che siamo condannati. Che la campagna va male o che Biden sta facendo errori. Nessuno vuole esserlo” ha ammesso a Politico uno stratega dem in stretto contatto con la Casa Bianca. Ma i sondaggi ostinatamente negativi per Biden, in elezioni così cruciali, stanno “provocando il panico“.

Sempre sotto anonimato, il dirigente ha affermato che non si tratta di dire “oddio, potrebbe vincere Mitt Romney, ma di dire oddio, la democrazia potrebbe finire“. I democratici temono infatti esattamente questo: che con Trump di nuovo alla Casa Bianca, magari accompagnato da Musk, termini la libertà di cui gli statunitensi hanno goduto finora.

Una deriva autoritaria, per fermare la quale non si può escludere il cambio in corsa del candidato. Ovvero che in estate Biden passi la mano a un personaggio di altro calibro, in quanto ad appeal sugli americani. Per esempio la ex first lady Michelle Obama. La smentita ufficiale della sua candidatura risale ormai agli inizi di marzo: 3 mesi dopo tutto è cambiato. Musk o non Musk.

 

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

Pulsante per tornare all'inizio