NewsPrimo piano

Trump condannato per il caso Daniels. Biden: “Sconfiggiamolo alle urne”

Il tycoon resta comunque in corsa per la Casa Bianca: "Processo farsa, sono un prigioniero politico"

Donald Trump è il primo ex presidente Usa condannato in un processo penale. Con lo storico verdetto di colpevolezza del 30 maggio, raggiunto all’unanimità dalla giuria di New York dopo due giorni di camera di consiglio sul caso della pornostar Stormy Daniels, il tycoon diventa anche il primo candidato alla presidenza della Repubblica degli Stati Uniti che corre da pregiudicato. Uno status che non gli impedisce di essere legalmente eletto e fare il ‘commander in chief’. Al momento, inoltre, i sondaggi non indicano che Trump perderà molti consensi a causa delle sue grane penali.

I giudici del tribunale di New York hanno ritenuto Trump colpevole per tutti i 34 capi di imputazione ascritti. La pena non è stata ancora comminata: lo sarà a luglio. “È stato un processo farsa, è una vergogna. Sono un uomo innocente“, ha commentato a caldo l’ex presidente ricandidato alla Casa Bianca. Il tycoon ha annunciato che “continuerà a combattere“. “Il vero verdetto sarà il 5 novembre“, ha aggiunto, alludendo alle elezioni presidenziali 2024.

Daniels Trump Biden processo condanna
Donald Trump (a destra) e Joe Biden. Foto Ansa/Epa

La rabbia di ‘The Donald’

Pochi minuti dopo la lettura della sentenza, il sito web ufficiale della campagna di Trump ha reindirizzato gli utenti su Winred, una pagina di raccolta fondi in cui si dichiara che il tycoon è un “prigioniero politico“. “Sono stato appena condannato in un processo politico truccato da caccia alle streghe: non ho fatto niente di sbagliato. Hanno fatto irruzione in casa mia, mi hanno arrestato, mi hanno fatto la foto segnaletica, e ora mi hanno pure condannato”. In poche ore il sito per le donazioni è andato in tilt per l’eccesso di traffico.

La reazione di Biden

A seguito della sentenza, la Casa Bianca si è limitata ad affermare in maniera lapidaria: “Rispettiamo la legge e lo Stato di diritto“. Più incisivo invece l’intervento del presidente Joe Biden: “C’è un solo modo per tenere Trump fuori dallo Studio Ovale. Andare alle urne e votare“. Biden sembra dunque voler ‘svegliare’ gli astensionisti per battere il suo avversario.

Nel 2020 si recò alle urne il 66% degli statunitensi: un record. Oltre 103 milioni di americani sugli oltre 160 milioni – 30 milioni in più del 2012 – che votarono adoperò la modalità del voto anticipato per posta e di persona. I cosiddetti early votes. La maggioranza di chi decise di votare prima del 3 novembre fu rappresentata da sostenitori di Joe Biden.

Alla fine Biden vinse col 81 milioni di voti: è a tutt’oggi il candidato presidenziale che ha ricevuto più suffragi popolari nella storia degli Usa. Ecco dunque che il presidente uscente conta sull’afflusso ai seggi da parte degli elettori per vedersi assegnato un secondo mandato alla Casa Bianca. Oggi i sondaggi lo penalizzano: Trump è dato vincente, tanto che fra i dirigenti democratici comincia a serpeggiare il panico.

Tribunale Usa Trump condannato sostenitori
Sostenitori di Trump di fronte al tribunale il 29 maggio. Foto Ansa/Epa Justin Lane

Cosa rischia Trump

Ma quanto inciderà la condanna penale sulla corsa elettorale di Trump? Forse non più degli appelli delle star di Hollywood contro di lui, come quello di Robert De Niro. In ogni caso “la giuria è stata molto seria, sempre puntuale in tribunale e ha preso in considerazione tutte le prove“. Così ha esordito in un’intervista alla Cnn l’avvocato di Donald Trump, Todd Blanche. Che però poi ha specificato: “Avrebbero dovuto giudicarlo innocente. Quei documenti non provano la sua colpevolezza. I tempi e l’attenzione mediatica sui testimoni hanno danneggiato Trump“. Il legale di ‘The Donald’ ha quindi confermato il ricorso contro la sentenza.

La condanna sarà stabilita in un’udienza successiva fissata all’11 luglio alle 10 (le 16 in Italia); può variare da un massimo di 4 anni di carcere alla messa in prova, sino a una multa. È difficile però che l’ex presidente Usa vada in carcere: piuttosto in libertà vigilata. I 34 capi d’imputazione riguardano la falsificazione delle dichiarazioni finanziarie e la violazione della legge elettorale, al fine di nascondere i 130mila dollari pagati nel 2016 dall’allora suo avvocato Michael Cohen per ‘comprare’ il silenzio della pornodiva Stormy Daniels sul rapporto sessuale avuto con l’ex presidente.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

Pulsante per tornare all'inizio