NewsPrimo piano

De Niro ‘Toro scatenato’: “Se vince Trump è la fine”

L'attore, che ha già prestato la sua voce per uno spot contro il tycoon, teme la sostanziale scomparsa della democrazia in Americaa

Il presidente americano Joe Biden arranca nei sondaggi contro Donald Trump per le elezioni di novembre, e la sua campagna elettorale ora punta molto su attori hollywoodiani come Robert De Niro. Ci sono poi celebrities musicali, come Taylor Swift che non si è ancora schierata, e varie personalità dello spettacolo pronte a farlo per questo o quel candidato. Di certo l’America rurale, profonda, sta con ‘The Donald’. Basterà a Biden puntare le sue fiches sulle accuse mosse a Trump dalla magistratura per additarlo gli americani come un “pericolo assoluto”? 

Lo vedremo presto, anche perché il prossimo fine settimana potrebbe arrivare il verdetto del tribunale di New York sul caso Stormy Daniels. Ovvero la ex pornostar che accusa Trump di averla pagata profumatamente perché tacesse sulla loro relazione nel corso della campagna elettorale del 2016. Dopo le arringhe e la requisitoria – il 28 maggio, a conclusione di oltre un mese di processo – mercoledì 29 maggio il giudice Juan Merchan darà le istruzioni alla giuria prima che si ritiri in camera di consiglio per deliberare.

Trump De Niro tribunale processo
Robert De Niro fuori dal tribunale di New York il 28 maggio 2024. Foto Ansa/Epa Olga Fedorova

Questo è un giorno triste, un giorno molto pericoloso per l’America” ha avvisato il tycoon prima dell’udienza. Ma in realtà a surriscaldare l’atmosfera ci ha pensato lo staff della campagna elettorale di Joe Biden, che dopo aver evitato di interferire col procedimento ha organizzato una conferenza stampa fuori dal tribunale con Robert De Niro, il 28 maggio. Il celebre attore e regista italoamericano ha già offerto la sua voce per uno spot anti Trump, e adesso torna alla carica.

Apocalittico De Niro

L’attacco di ‘Toro scatenato’ (dal titolo di uno dei suoi film più famosi, in cui impersonava un pugile) è stato secco e frontale. Per lui Trump “è un tiranno” che “vuole seminare il caos” e “distruggere non solo gli Usa ma il mondo“. Una “sorta di clown tollerato da New York” ma pericoloso come presidente. “Se Trump tornasse alla Casa Bianca, potrete dire addio a quelle libertà che tutti diamo per scontate. E le elezioni? Dimenticatele. È finita. Se ce la fa, non se ne andrà mai” ha accusato.

L’ex presidente si è impegnato in una “violenza da codardo” dopo aver perso le elezioni del 2020, “ordinando alla folla di fare il lavoro sporco per lui“. Così ha rincarato la dose De Niro, riferendosi all’assalto al Congresso di Washington da parte dei suoi sostenitori il 6 gennaio 2021. Un fatto di una gravità mai vista nella storia delle istituzioni statunitensi e di cui Trump è stato incriminato lo scorso anno. Accanto all’attore Premio Oscar, durante la conferenza stampa, due ex agenti che difesero il Campidoglio dai fan di Trump. “Loro sono rimasti lì e hanno combattuto per noi, per te, sono loro i veri eroi” li ha difesi De Niro quando un simpatizzante di Trump ha cominciato a contestarlo.

Trump contro i processi “politici

Immediata la replica dello staff della campagna del tycoon, che ha additato la conferenza stampa come la prova di quanto ‘The Donald‘ va accusando. Ossia che Joe Biden ha orchestrato il processo per eliminare un rivale politico. “Lo staff di Biden alla fine l’ha fatto” ha dichiarato il consigliere di Trump, Jason Miller.

Donald Trump aula tribunale New York
Donald Trump torna in aula per il processo a suo carico a New York il 28 maggio 2024. Foto Ansa/Epa Justin Lane

Dopo aver detto per mesi che la politica non aveva nulla a che fare con questo processo, si sono presentati al tribunale con un evento elettorale“. Intanto, mentre fuori dal tribunale Robert De Niro attaccava Trump a testa bassa, difesa e accusa tiravano le loro conclusioni in aula. “Il presidente Trump è innocente, questo è un verdetto di non colpevolezza facile e veloce” ha detto Todd Blanche, l’avvocato del tycoon. I procuratori invece hanno chiesto che sia riconosciuto colpevole.

Il verdetto del tribunale

Tre i possibili scenari. Il peggiore per Trump è di essere riconosciuto colpevole da tutti i 12 giurati. In tal caso diventerebbe il primo ex presidente americano condannato in un processo penale. E anche il primo candidato presidenziale a correre come pregiudicato. Una situazione che comunque non gli impedirebbe di fare il commander in chief.

Se invece i giurati non saranno in grado di raggiungere un verdetto unanime, il giudice potrà sollecitarli a un ulteriore sforzo. Ma se anch’esso risulterà vano dovrà annullare il processo e i procuratori dovranno decidere se ritentare o meno. Una condanna avrebbe effetti politico-elettorali pesanti per il tycoon in una corsa testa a testa con Biden. Secondo un sondaggio Bloomberg-Morning Consult, il 53% degli elettori negli Stati chiave si rifiuterebbe di votare per lui.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

Pulsante per tornare all'inizio