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Instagram crea dipendenza nei bambini? La Ue indaga su Meta

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La Commissione europea ha avviato un procedimento formale per valutare se Meta, che controlla i social network Facebook e Instagram, ha violato o meno la legge sui servizi digitali (Dsa). E questo per ciò che riguarda ambiti legati alla protezione dei minori. L’esecutivo Ue teme che i sistemi di Facebook e Instagram, inclusi i loro algoritmi, possano stimolare dipendenze comportamentali nei bambini e creare il cosiddetto ‘effetto conigliera’ (o tana del coniglio).

L’effetto conigliera si verifica, ad esempio, quando una persona guarda un video: il meccanismo degli algoritmi lo invoglia a guardarne altri simili a non finire. Le piattaforme dei social media sono progettate per massimizzare l’attenzione degli utenti. Gli algoritmi consentono di stimolare dipendenze comportamentali.

Instagram è il social più frequentato da giovani e giovanissimi

Instagram e l’inesperienza dei minorenni

La Commissione è anche preoccupata per i metodi di assicurazione e di verifica dell’età messi in atto da Meta. I procedimenti attuali dell’Unione nei confronti della società di Mark Zuckerberg riguardano diverse aree. Intanto il rispetto da parte di Meta degli obblighi Ue sulla valutazione e mitigazione dei rischi causati dalla progettazione delle interfacce online di Facebook e Instagram, che potrebbero sfruttare i punti deboli e l’inesperienza dei minori e causare comportamenti di dipendenza.

Bruxelles informa che effettuerà ora un’indagine approfondita in via prioritaria e continuerà a raccogliere prove, per esempio inviando ulteriori richieste di informazioni, conducendo interviste o ispezioni. Inoltre la Commissione è preoccupata anche per i metodi di assicurazione e di verifica dell’età di accesso a Instagram e Facebook che Meta mette in atto. L’avvio di un procedimento formale conferisce alla Commissione il potere di adottare ulteriori misure di esecuzione, come l’adozione di misure provvisorie e decisioni di non conformità. Inoltre la Commissione potrà accettare gli impegni che Meta ha assunto per porre rimedio alle questioni sollevate nel procedimento.

Margrethe Vestager e il commissario dell’Unione europea per il mercato interno, Thierry Breton. Foto Ansa/Epa Olivier Hoslet

Very large online platforms

Facebook e Instagram sono stati designati come Very large online platforms un anno fa, nell’aprile 2023, poiché entrambi hanno più di 45 milioni di utenti attivi mensili nell’ambito dei paesi dell’Unione europea. La tensione fra la Ue e il colosso americano del social non esplode comunque adesso. Il mese scorso Bruxelles aveva avviato un procedimento formale contro Meta, in relazione sia a Facebook che a Instagram, su pubblicità ingannevole, contenuti politici, meccanismi di notifica e azione, accesso ai dati da parte dei ricercatori. Nonché sulla mancata disponibilità di un servizio efficace discorso civico in tempo reale da parte di terzi e strumento di monitoraggio elettorale in vista delle elezioni del Parlamento europeo.

La scure di Vestager

Su Facebook e Instagram potrebbe dunque abbattersi la ormai nota severità di Margrethe Vestager, la Commissaria europea alla concorrenza. La quale ha spiegato di temere “che Facebook e Instagram possano stimolare la dipendenza comportamentale. E che i metodi di verifica dell’età che Meta ha messo in atto sui propri servizi non siano adeguati“. Per il commissario al Mercato interno Thierry Breton il procedimento contro Meta è necessario. Perché, ha affermato, “non siamo convinti che abbia fatto abbastanza per rispettare gli obblighi per mitigare i rischi di effetti negativi sulla salute fisica e mentale dei giovani europei sulle sue piattaforme Facebook e Instagram”.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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