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Elezioni europee, appello dei capi di Stato di Italia, Germania e Austria: “Votate, è in gioco la democrazia”

Mattarella, Steinmeier e Van der Bellen si appellano ai 400 milioni di europei perché non trascurino questa tornata decisiva

I presidenti delle Repubbliche di Italia, Germania e Austria – Sergio Mattarella, Frank-Walter Steinmeier e Alexander Van der Bellen – chiedono ai cittadini europei di andare a votare alle elezioni. Come è noto l’8 e il 9 giugno prossimi le urne si apriranno in Italia e in tutta l’Unione per il rinnovo del Parlamento europeo. Sono chiamati al voto 400 milioni di cittadini. Ma quest’anno è particolare perché sono chiamati a votare miliardi di uomini e donne. A cominciare dall’India, il paese più popolato al mondo e la maggiore democrazia del pianeta – 1,417 miliardi di persone – dove il processo elettorale è lunghissimo. È già cominciato e si concluderà il 1 giugno. 

L’11 maggio, in una dichiarazione congiunta, Mattarella, Steinmeier e Van der Bellen hanno appunto ricordato come “nel 2024 si svolgono elezioni in paesi che rappresentano più della metà della popolazione mondiale“. E dunque “sarà un anno cruciale per la democrazia in Europa e in molte parti del mondo“. Il 2024 sarà un anno che “in un futuro non troppo lontano potremmo arrivare a considerare come decisivo“. Un periodo intensissimo di elezioni “che avrà stabilito la rotta per i decenni a venire“.

Capi di Stato appello elezioni europee
Da sin.: Sergio Mattarella, Franck-Walter Steinmeier e Alexander van der Bellen. Foto Ansa/VelvetMag

Voto decisivo? Ecco perché

Vediamo nel mondo sfidati se non apertamente minacciati, i valori fondamentali del pluralismo, dei diritti umani e dello Stato di diritto, i nostri valori“, scrivono ancora i 3 presidenti. E “la posta in gioco non è altro che i fondamenti del nostro ordine democratico“. Ora poiché “le prossime elezioni per il Parlamento europeo offriranno l’opportunità di eleggere rappresentanti che si impegnino a trovare soluzioni costruttive accettando la complessità del sistema democratico, usiamo questa occasione quando esercitiamo questo diritto fondamentale“.

Sergio Mattarella, Frank-Walter Steinmeier e Alexander Van der Bellen sottolineano come sia partecipando al voto che “si difendono le istituzioni liberali, lo Stato di diritto, i nostri valori fondanti, la nostra comune libertà“. L’appello dei capi di Stato di Italia, Germania e Austria al voto democratico assume un rilievo particolare alla luce della storia. Sono stati questi 3 paesi la culla del nazifascismo che precipitò il mondo nella Seconda Guerra Mondiale.

Come presidenti della Repubblica – esortano nel loro appello – chiediamo ai nostri cittadini di prendere parte a questa decisione e di andare a votare (alle elezioni europee, ndr.). L’Europa unita è impensabile senza democrazia. La democrazia europea ha bisogno di democratici in tutta Europa: cittadini che vedono la libertà democratica come una propria causa“.

Biden Trump sfida elezioni 5 novembre 2024
Il presidente Usa, Joe Biden. Foto Ansa/Epa Shawn Thew

Le elezioni nel mondo

Tornando a questo anno elettorale, il calendario prevede elezioni in Belgio il 9 giugno, in Austria in autunno, nel Regno Unito entro l’anno. Oltre all’India, elezioni anche in Messico, il 2 giugno, dove saranno chiamati al voto 100 milioni di cittadini. Dopo che si è già svolto a marzo il voto in Russia e in Portogallo, le elezioni più importanti saranno le presidenziali americane del 5 novembre 2024.

Ancora una volta si sfideranno Joe Biden (ora presidente uscente) e Donald Trump (l’ex presidente che Biden sconfisse 4 anni fa). La campagna elettorale è entrata nel vivo e adesso si gioca anche sui molti processi che Donald Trump sta affrontando: l’ultimo in ordine di tempo quello che lo vede sotto accusa da parte della ex pornostar ed sua ex amante Stormy Daniels.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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