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Don Patriciello diventa un caso, Meloni lo difende e attacca De Luca

Il parroco anti camorra di Caivano (Napoli) deriso dal presidente della Campania. Lui parla di "pugnalata a tradimento"

Il celebre parroco del Parco verde di Caivano, alla periferia settentrionale di Napoli, don Maurizio Patriciello, finisce nella bufera dello scontro politico. Il 10 maggio il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, lo ha definito “il Pippo Baudo dell’area nord di Napoli, con la frangetta”. L’11 maggio sui social la premier Giorgia Meloni ha difeso a spada tratta il sacerdote, che ha partecipato a un convegno promosso dal capo del Governo, e ha attaccato il governatore.  

Scrive Meloni: “Pippo Baudo dell’area nord di Napoli: così, deridendolo, il presidente della Regione Campania, De Luca, definisce Don Maurizio Patriciello. Un prete, un uomo che cerca di combattere la camorra e dare risposte alle famiglie perbene dove quelli come De Luca non sono riusciti a farlo, o non hanno voluto farlo“. Il presidente della Campania aveva ironizzato sui vipscelti dalla Meloni per promuovere il premierato“, nel corso di un convegno, tra cui il sacerdote. Così facendo, ha sottolineato la presidente del Consiglio, De Lucadà un segnale spaventoso“.

De Luca Meloni Patriciello scontro politico
Foto Ansa/VelvetMag

Meloni difende don Maurizio

Don Maurizio Patriciello, ricorda Meloni, “vive sotto scorta. È diventato un obiettivo dei camorristi che non gradiscono la sua tenacia nell’allontanare i giovani dalla droga e dalla criminalità. Invece di aiutare Padre Maurizio, fargli sentire il sostegno delle istituzioni, De Luca lo deride“. “Voglio dire a Padre Maurizio che lo Stato c’è, al suo fianco – insiste la premier nel suo messaggio – che non è solo. E che gli uomini e le donne che non hanno scambiato le istituzioni per il palcoscenico di un cabaret, ma svolgono il loro compito con disciplina e onore, conoscono e riconoscono il valore dei suoi sacrifici“.

Patriciello, che vive sotto scorta da 2 anni per le minacce ricevute dai clan di camorra, in tempi recenti si è avvicinato al Governo Meloni. Ha invitato e ricevuto a Caivano la premier, dopo l’orribile vicenda degli stupri delle ragazze minorenni al Parco Verde e il successivo piano di bonifica dell’area predisposto dall’esecutivo.

Premier Meloni con don Maurizio
Giorgia Meloni con don Maurizio Patriciello il 31 Agosto 2023. Foto Ansa/Chigi Filippo Attili

Cosa ha detto De Luca

Nel suo monologo del venerdì, famoso per i toni sarcastici, Vincenzo De Luca ha attaccato la presidente del Consiglio con cui è da tempo in rotta. E ha citato un convegno sulla riforma costituzionale per introdurre il premierato in Italia, evento cui la premier ha voluto anche personaggi dello spettacolo e della società civile. “La Meloni ha presentato il suo progetto di riforma istituzionale, la riforma del premierato, e anche quello è stato un momento di grande commozione. Ho visto la Meloni che presenta il suo progetto a noti costituzionalisti, fra i quali ho notato in modo particolare Iva Zanicchi, Pupo, e ad ascoltare c’era anche un prete del nostro territorio, conosciuto come ‘il Pippo Baudo dell’area Nord di Napoli’, con relativa frangetta. Sono momenti davvero imperdibili”.

La risposta di Patriciello

Da parte sua don Maurizio Patriciello ha replicato via social media, dicendosi dispiaciuto: “Non mi permetto – non ne sarei capace e non credo di averne il diritto – di risponderle per le rime. A che servirebbe? Le ferite vanno lenite non procurate. Penso, però, in piena coscienza, di non meritare le offese del tutto gratuite del presidente della mia regione. Che dirle? Alle offese e alle minacce – larvate o meno – ci sono abituato da tempo. Non a caso, da due anni vivo sotto scorta. Un conto, però, è quando arrivano dai camorristi, ben altra cosa, invece, quando a pugnalarti a tradimento è una persona come lei. Fa niente. Offro al Signore anche questa mortificazione“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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