MondoNewsPrimo piano

Ucraina, Macron è pronto all’invio di truppe e chiama in causa gli europei

Da Roma Tajani si affretta a precisare: "L'Italia non è in guerra con la Russia e mai invieremo militari"

Due mesi dopo aver menzionato per primo la possibilità che la NATO invii truppe in Ucraina per combattere i russi invasori al fianco di Kiev, il presidente francese Emmanuel Macron torna a ripetere il concetto. E insiste: non si escludono truppe di terra francesi e occidentali in Ucraina se Mosca “sfonda le linee del fronte” e Kiev dovesse richiedere assistenza. Si badi, l’Ucraina non è ancora uno Stato membro dell’Unione europea (ha posto la sua candidatura) né un paese dell’Alleanza atlantica (anche se vorrebbe entrarvi al più presto). 

Ma in un’intervista all’Economist, il 2 maggio, Macron ha detto chiaro e tondo: “Se i russi dovessero sfondare le linee del fronte, se ci fosse una richiesta ucraina – cosa che oggi non avviene – dovremmo legittimamente porci la domanda“. Ovvero se non sia il caso di inviare soldati europei a combattere per fermare le truppe di Mosca a tutti i costi. E ancora: “Escluderlo a priori significa non imparare la lezione degli ultimi due anni” quando i paesi della NATO avevano inizialmente negato l’invio di carri armati e aerei a Kiev prima di cambiare finalmente idea, ha aggiunto il presidente francese.

Macron Francia truppe Nato Ucraina
Il presidente francese Emmanuel Macron. Foto Ansa/Epa Ludovic Marin

Macron, da mediatore ad arcinemico di Putin

Nelle prime fasi della guerra in Ucraina, durante il 2022, Emmanuel Macron era apparso il leader dell’Europa occidentale meno avverso a trovare un’intesa con Putin per fermare l’invasione russa. Adesso si è ormai superato il compimento del secondo anno di questa spaventosa catastrofe, costata la vita a centinaia di migliaia di soldati da ambo le parti e a molte migliaia di civili ucraini. E il capo di Stato transalpino appare completamente cambiato. Dismessi i panni del mediatore ha indossato la corazza del condottiero antirusso.

Abbiamo senza dubbio esitato troppo mettendo dei limiti alla nostra azione verso qualcuno che non ne ha più e che è l’aggressore” ha dichiarato all’Economist il 2 maggio. “Io ho un obiettivo strategico chiaro: la Russia non può vincere in Ucraina. Se la Russia vince in Ucraina, noi non avremo più sicurezza in Europa. Chi può affermare che la Russia si fermerà lì? Quale sicurezza per gli altri paesi vicini, la Moldavia, la Romania, la Polonia, la Lituania, e tanti altri? E ancora, quale credibilità per gli europei che avrebbero speso miliardi? Che avrebbero detto che era in gioco la sopravvivenza del continente e che non si sarebbero concessi poi gli strumenti per fermare la Russia? Quindi, sì, non dobbiamo escludere niente“.

Ucraina incendio Macron truppe Nato Kiev
Incendio dopo un attacco missilistico a Odessa, Ucraina, il 29 aprile 2024. Foto Ansa/Epa

Ucraina, le difese stanno crollando

Il ragionamento del giovane presidente (Macron ha 46 anni) è avvenuto pochi giorni dopo un suo importante discorso sul futuro dell’Europa all’Università La Sorbona di Parigi. “Una maratona indisciplinata di due ore, su scala castrista – l’ha definita l’Economist – che spaziava dall’annientamento nucleare a un’alleanza delle biblioteche europee. I critici di Macron lo hanno definito un mix di propaganda elettorale, il solito interesse personale francese e la vanità intellettuale di un presidente che pensa alla sua eredità“.

Sta di fatto, però, che Macron ha assunto in prima persona un ruolo politico di apripista se la situazione militare in Ucraina dovesse precipitare. E sta precipitando. Le truppe russe avanzano. La città di Chasiv Yar, nella regione di Donetsk, in Donbass, bombardata per mesi dalle forze russe, oggi appare completamente rasa al suolo. Basta osservare il filmato di un drone dell’Associated Press, citata da Unian (vedi sotto). Gli edifici sono carbonizzati, solo la cupola dorata della chiesa è intatta, ma l’edificio è gravemente danneggiato.

Il Dipartimento di Stato degli Usa ha affermato il 2 maggio che le truppe russe stanno utilizzando in Ucraina la cloropicrina, una sostanza chimica vietata, contro le forze armate di Kiev. “L’uso di tali sostanze chimiche non è un incidente isolato ed è probabilmente guidato dalle forze russe che cercano di sloggiare le forze ucraine dalle posizioni fortificate e ottenere vantaggi tattici sul campo di battaglia“, ha fatto sapere il ministero degli Esteri americano. Accuse che Mosca ha definito “odiose e infondate“.

Così come ha denigrato Macron sull’invio di truppe francesi e della NATO a combattere. Come accennato, il presidente francese aveva dichiarato per la prima volta che esiste la possibilità futura di un invio di truppe di terra europee in aiuto a Kiev il 26 febbraio scorso, al termine della Conferenza di Parigi sull’Ucraina. In quel caso parlò proprio di “un invio di truppe occidentali” che in futuro “non può essere escluso“.

Tajani Italia truppe Nato Ucraina
Antonio Tajani, Foto Ansa/Luigi Salsini

La posizione dell’Italia

E il nostro Paese? “L’Italia ha una posizione equilibrata” rispetto al conflitto tra Russia e Ucraina. Lo ha detto il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani al Tavolo di lavoro per le imprese italiane in Russia, il 2 maggio. E “pur sostenendo il diritto dell’Ucraina a rimanere un paese libero, l’Italia non è in guerra con la Russia e mai invieremo militari italiani“. Tajani ha quindi spiegato che auspica “un intervento del G20 e della Cina” per mettere fine al conflitto in Ucraina.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

Pulsante per tornare all'inizio