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Iraq, bombardata una base militare filo-iraniana

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La guerra in Medio Oriente rischia di aggravarsi ogni giorno di più e di estendersi dalla Striscia di Gaza fino all’Iraq. Un bombardamento è infatti avvenuto su una base militare di truppe filo-iraniane che si trova in Iraq, il 20 aprile. L’attacco ha provocato un morto e diversi feriti.

Secondo quanto alcune fonti affermano alla tv americana Cnn: “Israele non è coinvolto“. Ma la situazione si sta complicando. Cresce l’escalation militare in tutta la regione. Il 19 aprile è avvenuto un attacco israeliano in Iran, come risposta al massiccio bombardamento di centinaia di missili e droni – sostanzialmente neutralizzati dall’Iron Dome di Tel Aviv – che Teheran ha lanciato su Israele nella notte fra il 13 e il 14 aprile. La situazione è sempre più tesa anche e soprattutto a Gaza.

Foto X @johnspectator

Escalation in Medio Oriente

Gli Stati Uniti, seppure in via ufficiosa, hanno negato di aver dato il via libera a Israele per l’annunciata invasione via terra a Rafah, nel sud della Striscia. E anche dal G7 di Capri, sotto la presidenza italiana, arriva la condanna di una possibile aggressione su vasta scala sia nella Striscia che in tutto il Medio Oriente: “Sarebbe una catastrofe“. Il ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani, afferma: “Messaggio chiaro dai G7 per una de-escalation“.

Sta di fatto che dopo le crescenti minacce, lo Stato ebraico ha sferrato il suo contrattacco all’Iran, colpendo una base aerea militare nei pressi di Esfahan. Un attacco che sembra sia stato “limitato” e non abbia provocato vittime, come quello lanciato da Teheran il 13 aprile. Quest’ultimo, sebbene massiccio in termini quantitativi, è stato facilmente bloccato dal sistema di difesa israeliano e dai caccia americani, inglesi, francesi e sauditi.

Cosa è successo in Iraq

In queste ore però si è aggiunto l’attacco in Iraq. Come detto, un bombardamento ha colpito una base militare nella zona centrale del paese. La base ospita truppe dell’esercito ed ex paramilitari filo-iraniani di Hachd al-Chaabi, integrati nelle forze regolari irachene. A rendere noto l’attacco due fonti della sicurezza dell’Iraq, che non sono riuscite a identificare i responsabili del raid aereo che ha preso di mira la base di Calso. Le stesse fonti non sono state neanche in grado di dire se l’attacco era di “droni. Una delle due fonti, un funzionario del ministero dell’Interno, ha precisato che nel raid si contano “un morto e otto feriti” tra le forze della base.

Come se non bastasse, in un video diffuso sui social il movimento della resistenza Islamica in Iraq ha annunciato di aver lanciato alcuni droni contro “un obiettivo vitale” a Eliat, nel sud di Israele, al confine tra Egitto e Giordania. “L’attacco – afferma il gruppo che riunisce una serie di forze irachene filo-iraniane – è la risposta alla violazione della sovranità irachena da parte del nemico sionista e al suo attacco contro le Forze di Mobilitazione Popolare irachene (Pmf)“. Le forze del Comando Centrale degli Stati Uniti hanno spiegato su X che “gli Stati Uniti non hanno condotto raid aerei in Iraq oggi“. In un breve post, il Centcom ha spiegato di essere a conoscenza di “rapporti secondo i quali gli Usa avrebbero condotto attacchi in Iraq“. “Queste informazioni sono false” ha precisato il Comando.

Joe Biden con la vice capo dello staff della Casa Bianca, Annie Tomasini. Foto Ansa/Epa Jim Lo Scalzo

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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