Naturalmente non sarà lui il prossimo presidente degli Stati Uniti ma Robert F. Kennedy Jr., 70 anni, candidato indipendente alla Casa Bianca, rischia di diventare come “i pazzi e i bambini”. Ossia quello che dice la verità, anche perché non gli costa molto. Potrebbe invece costare non poco ai suoi avversari: Joe Biden e Donald Trump, alla costante caccia dell’ultimo voto. Chissà se Kennedy – figlio di Robert e nipote di John Fitzgerald – ha detto la verità (ma smentite non ci sono) anche nelle ultime ore. Quando ha affermato sui social di aver rifiutato un’offerta dall’entourage di Trump per mollare la sua campagna e correre come prossimo vicepresidente di ‘The Donald’.

L’affermazione di Kennedy ha fatto seguito al lancio di un sito di un comitato di azione politica pro-Trump, il Make America Great Again Inc (Maga Inc), che lo attaccava come “radicale di sinistra“. Così Kennedy, esponente reietto della maggiore dinastia politica statunitense ha risposto su X (ex Twitter): “Il presidente Trump mi definisce un radicale di estrema sinistra. Sono così liberale che i suoi emissari mi hanno chiesto di essere il suo vicepresidente. Ho rispettosamente rifiutato l’offerta“.

Robert F. Kennedy. Foto Ansa/Epa Caroline Brechman

Tutto a posto? No. “Sono contro il presidente Trump, e il presidente Biden non può vincere” ha affermato ancora Kennedy, implicitamente invitando gli americani a votare per lui. Robert F. Kennedy Jr. è un avvocato e scrittore, terzogenito di Robert Kennedy e nipote di John Fitzgerald Kennedy, il mitico presidente degli Stati Uniti assassinato a Dallas il 22 novembre 1963. Del quale lo scorso anno ricorreva il 60° anniversario dalla morte.

Le posizioni politiche di Kennedy

Un figlio d’arte, quindi, esponente della più leggendaria dinastia politica statunitense dei tempi moderni, che seguendo le orme della famiglia ha militato per molti anni tra le fila del Partito Democratico. Lo stesso di Bill e Hillary Clinton, Barack Obama e Joe Biden. Ma è acqua passata. Kennedy Jr. ora corre da solo per la presidenza alle elezioni di novembre. Una sfida persa in partenza. Una competizione che però gli sta dando notevole visibilità. Dal punto di vista delle idee, Robert Kennedy Jr. è un politico estremamente controverso. Per molti aspetti più vicino alle frange estreme del Partito Repubblicano – quindi ai trumpiani – piuttosto che di quello Democratico.

Ha già fatto parlare di sé negli anni scorsi per le sue posizioni no-vax, per il suo complottismo antiscientifico, per la retorica contro le corporation e contro il sistema, in particolare bancario. Così come per la sua opposizione agli aiuti all’Ucraina.

Foto Ansa/Epa Erik S. Lesser

Il suo (lauto) patrimonio

Secondo un’analisi del New York Times, Kennedy è un avvocato pagato in maniera sproporzionata per le sue consulenze legali, grazie alle quali negli ultimi 8 anni ha accumulato milioni di dollari. I principali benefattori sono la Children’s Health Defense, associazione dedita alla disinformazione anti-vaccinista da lui guidata; VantagePoint, società attiva nell’ambito dell’intelligenza artificiale del suo amico Alan Salzman; e lo studio legale di cui è socio, Kennedy & Madonna, che solo nel 2023 gli ha già fruttato 5 milioni di dollari. Ci sono poi i discorsi pubblici a pagamento, prezzati tra i 25mila e i 250mila dollari, e ne fa una sessantina all’anno in media.

Ma la famiglia ce l’ha con lui

Il sito Affarinternazionali ricorda come la famiglia Kennedy non ami Robert Jr. I suoi fratelli lo ritengono “pericoloso per il paese” e hanno detto che “Bobby avrà anche il nome di nostro padre, ma non ha i suoi valori, la sua visione e il suo giudizio“, come riportato dal Washington Post. In ogni caso, riguardo alla campagna elettorale, oggi Robert Kennedy Jr. appare politicamente più pericoloso per i Repubblicani che per i Democratici. Un recente sondaggio della Quinnipiac University ha mostrato che, in una corsa a tre con Biden e Trump, Kennedy otterrebbe il 22% dei consensi. E in base a un sondaggio di Yougov Kennedy sta attirando le preferenze di non pochi cittadini fra l’elettorato repubblicano.