Gentiloni suona la sveglia al Governo: “PNRR scade nel 2026, è data fissa”
A giugno non sarà più Commissario Ue, potrebbe diventare nuovo segretario del PD e sfidare direttamente Giorgia Meloni
Uno spettro s’aggira per l’Europa, parafrasando Marx, ma non è il comunismo, bensì il mite ex premier italiano Paolo Gentiloni. Il Commissario europeo all’Economia ha tirato le orecchie agli Stati membri dell’Unione sull’attuazione dei rispettivi piani nazionali di ripresa e resilienza. “L’attuazione tempestiva dei PNRR è essenziale” ha dichiarato il conte (lo è realmente, discendete di un’importante famiglia della nobiltà romana). “La scadenza del 2026 è fissa”.
Intervenendo a un evento sul Recovery Plan, a Bruxelles, il Commissario ha dichiarato che “è fondamentale che gli Stati membri mantengano lo slancio e accelerino dove necessario”. Si tratta di un chiaro messaggio che dagli erogatori dei finanziamenti – prestiti e fondi perduti – del piano da 750 miliardi, Next Generation Eu, arriva anche all’Italia. “I paesi membri ci dicono che l’attuazione” dei PNRR “sta mettendo a dura prova la loro capacità amministrativa” ha riflettuto il ponderato Gentiloni. “Molti apprezzerebbero un’attuazione più semplice e flessibile. Stiamo cercando modi per affrontare queste sfide senza riaprire il quadro giuridico“.
Il messaggio di Gentiloni
Venerdì 12 aprile il tema dei PNRR e del Recovery europeo sarà sul tavolo dell’Ecofin, il consiglio europeo dei ministri dell’economia e delle finanze. “Sappiamo anche che gli stakeholder vorrebbero essere più coinvolti nell’attuazione dei piani” ha detto ancora Gentiloni a Bruxelles. E “vorrei esortare i paesi a tenerlo presente quando elaboreranno i loro piani” di bilancio “nella seconda metà dell’anno“.
Insomma, bisogna darsi una mossa. Va bene che ci sono difficoltà. Che si è scoperto che questa gigantesca pioggia di denaro pubblico sui paesi dell’Unione è così senza precedenti – a seguito della pandemia di Covid, anch’essa senza precedenti – che i governi e gli apparati burocratici annaspano.
“In this first half of its lifetime, we have seen the merits of the Recovery & Resilience Facility as well as what could be improved.[…]We must continue to work all together to make a success of this unique opportunity.”
Commissioner @PaoloGentiloni at #NextGenerationEU event pic.twitter.com/MaPJTCNg2t
— EU Economy & Finance (@ecfin) April 9, 2024
Che la “messa a terra“ dei progetti dei PNRR nazionali in base ai quali Bruxelles eroga i finanziamenti è un problema pratico molto serio. Ma comunque, è il messaggio di Paolo Gentiloni, tutti devono darsi una mossa. E devono farlo in questo 2024 che è in corso. Altrimenti si rischia di perdere un’occasione di rinnovamento e riforme che non capiterà più per alcuni decenni.
Un temibile concorrente
Per chi suona la campana, dunque? Certo per tutti, ma in particolar modo per l’Italia e per il Governo della prima premier donna della nostra storia. Fra poco più di 2 anni – 31 agosto 2026 – l’Unione europea chiuderà i rubinetti del Recovery e l’Italia deve accelerare sulla “messa a terra” del PNRR. Per le donne al vertice della politica nostrana – Giorgia Meloni ed Elly Schlein – il problema è politico e le riguarda direttamente. Paolo Gentiloni è in scadenza di mandato come Commissario.
Ha già annunciato, da mesi, che tornerà in Italia “ma non per andare in pensione“. Chiaro? Schlein sa che corrono sempre più forte le voci circa un piano alle sue spalle per sostituirla dopo le elezioni europee dell’8-9 giugno 2024 proprio con Gentiloni. Inoltre, secondo Francesco Merlo di Repubblica, “con Gentiloni, che è l’Italia delle competenze e delle buone maniere, si rafforza non solo l’anima riformista, ma tutto il PD. Insomma, Gentiloni spaventa i Cinque stelle, che aspirano a superare il PD“. Uno scenario, quest’ultimo, tutt’altro che irrealistico.
Anche la presidente del Consiglio, tuttavia, ha un grattacapo in più rispetto a quelli che le procura la sua rissosa maggioranza politica. Di certo preferisce avere come avversaria una segretario del PD che tenta disperatamente, spesso anche contro l’evidenza, di realizzare il campo largo col M5S. Perché se avesse un moderato che ha un filo diretto con l’Europa come Gentiloni e che potrebbe strappare voti anche al Centrodestra, non sarebbe assicurata la durata del suo esecutivo fino a scadenza naturale di legislatura.