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Putin: “Colpiremo gli F-16 per l’Ucraina anche nella basi NATO”

Dal Cremlino crescenti proclami di guerra. Il clima in Europa si fa incandescente mentre gli ucraini continuano a morire

Vladimir Putin ha affermato che aerei da guerra F-16 che l’Occidente fornisse all’Ucraina per attaccare la Russia sarebbero colpiti dalle forze di Mosca anche se si trovassero in aeroporti NATO. Lo riporta l’agenzia di stampa russa Tass. “Se partiranno da aeroporti di paesi terzi, per noi saranno un obiettivo legittimo: non importa dove si trovino” ha detto Putin in un incontro coi piloti dell’aeronautica militare russa nella regione occidentale di Tver.

Il presidente russo ha quindi avvertito che la Russia terrà conto del fatto che gli F-16 possono trasportare armi nucleari. “Dobbiamo tenerne conto durante la pianificazione” delle operazioni di combattimento, ha affermato Putin. Lo zar ha quindi assicurato ai suoi militari che l’eventuale fornitura di F-16 all’Ucraina “non cambierà la situazione sul campo di battaglia“, poiché la Russia “li distruggerà come già sta facendo con i carri armati e le altre armi” occidentali.

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Foto Ansa/Epa Sergei Karpukhin

Putin ha inoltre definito una “totale assurdità” le accuse secondo cui la Russia sta pianificando di invadere l’Europa. “Per quanto riguarda l’accusa secondo cui stiamo progettando di invadere l’Europa dopo l’Ucraina, si tratta di una totale assurdità intesa esclusivamente a intimidire la popolazione per farle pagare più soldi“, ha detto Putin. Questa narrazione si svolge “in un contesto di crisi economica e di deterioramento del tenore di vita” ha continuato il presidente russo. “Hanno bisogno di giustificarsi, quindi stanno intimidendo la loro popolazione con una potenziale minaccia russa mentre cercano di espandere la loro dittatura al mondo intero“.

La guerra in Ucraina

Le forze russe però non sono da meno, se così si può dire. Hanno lanciato la notte scorsa una raffica di missili e droni sull’Ucraina, ma quasi tutti non sono andati a segno, abbattuti dalla contraerea di Kiev. Due donne sono rimaste ferite e diverse case sono rimaste danneggiate dai detriti di droni kamikaze russi lanciati sulla città ucraina di Zaporizhzhia. Lo rendono noto le autorità locali, citate dai media di Kiev.

La Germania sulle armi a Kiev

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha intanto ribadito il suo rifiuto a fornire missili da crociera a lungo raggio Taurus a Kiev e ad inviare truppe tedesche in Ucraina. “Come capo del Governo devo assumermi la responsabilità sulle questioni relative alla guerra, alla pace e alla sicurezza in Europa: questo vale anche per la questione dei Taurus. Fermo restando il sostegno risoluto all’Ucraina, per me è importante una cosa: faremo del nostro meglio per evitare un’escalation di questa guerra, cioè una guerra tra Russia e NATO” ha detto Scholz in un’intervista al quotidiano tedesco Markische Allgemeine Zeitung.

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Il cancelliere tedesco Scholz. Foto Ansa/Epa Olivier Matthys

Non invieremo i nostri soldati in Ucraina. E circa ogni lotto di armi che inviamo, analizziamo attentamente cosa significa nel dato contesto” ha continuato il cancelliere tedesco. Il quale è tornato a sottolineare che nessun altro paese dell’Unione europea sostiene l’Ucraina con munizioni e armi tanto quanto la Germania. “Solo per questo spendiamo 28 miliardi di euro. Più di molti paesi messi insieme. E continueremo a farlo finché sarà necessario“, ha aggiunto Scholz.

Biden: “Putin è un macellaio

Putin è un macellaio” e gli Stati Uniti “difenderanno ogni centimetro del territorio della NATO“, anche se non manderanno truppe in Ucraina. Joe Biden e la sua amministrazione mostrano i muscoli. E fanno muro contro le accuse dello zar non solo a Kiev ma anche all’Occidente, in particolare a Usa e Gran Bretagna, di aver avuto un ruolo nel recente attentato di una branca dell’Isis a Mosca. Il presidente ha nuovamente apostrofato in modo offensivo il leader del Cremlino, rispolverando un epiteto già usato nel marzo del 2022, poco dopo l’invasione russa dell’Ucraina, durante un incontro con i rifugiati ucraini a Varsavia.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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