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La guerra è diventata un serio rischio per tutta l’Europa: “Bisogna prepararsi”

Così sostengono i vertici della Ue, Charles Michel e Ursula von der Leyen. "Le ambizioni di Putin non si fermano all'Ucraina"

La bozza di conclusioni del Consiglio europeo in corso a Bruxelles sottolinea la necessità “imperativa” di preparare i cittadini dei 27 Stati membri dell’Unione, italiani compresi ovviamente, al rischio di guerra in Europa. Già il presidente del Consiglio europeo Charles Michel aveva ammonito: “Se vogliamo la pace, dobbiamo preparare la guerra”. E la presidente Ue Ursula von der Leyen chiarisce: “Il mondo è diventato più pericoloso e l’Ue si deve svegliare. Sappiamo che le ambizioni di Putin non si fermano all’Ucraina”.

Così come anticipata, la bozza recita testualmente che occorre una “preparazione militare-civile rafforzata nonché coordinata“. E anche una “gestione strategica delle crisi nel contesto dell’evoluzione del panorama delle minacce“. Consiglio, Commissione e Alto Rappresentante della Politica Estera dell’Unione devono proporre “azioni per rafforzare la preparazione e la risposta alle crisi a livello dell’Ue. In un approccio che tenga conto di tutti i rischi e di tutta la società, in vista di una futura strategia di prontezza“.

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Casa distrutta dal bombardamento russo su Kiev del 21 marzo 2024. Foto Ansa/Epa Sergey Dolzhenko

L’incubo della guerra fra Russia e NATO

Per la presidente dell’Unione, Ursula von der Leyen, “è chiaro che non c’è più spazio per le illusioni. Il mondo è diventato più pericoloso e l’Ue si deve svegliare: sappiamo che le ambizioni di Putin non si fermano all’Ucraina“. Mentre il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha ammonito: “Se vogliamo la pace, dobbiamo preparare la guerra“.

Dagli Stati Uniti l’Istituto per lo studio della guerra (Isw) denota come indicatori finanziari, economici e militari russi suggeriscano che Mosca si stia preparando per un conflitto su larga scala con armi convenzionali contro la NATO. Una guerra non imminente ma probabilmente in un arco temporale più breve di quello che alcuni analisti occidentali avevano inizialmente ipotizzato.

La Russia, rileva il centro studi americano, non sembra aver affrontato una crisi finanziaria. E l’aumento delle spese militari è diventato il più grande cambiamento nella politica di bilancio del paese. Pertanto, secondo gli analisti, gli sforzi per garantire il futuro finanziario della Russia saranno più probabilmente mirati a creare condizioni di lungo termine che a risolvere problemi finanziari immediati.

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Effetti dell’attacco missilistico su Kiev il 21 marzo 2024. Foto Ansa/Epa Sergey Dolzhenko

Ucraina, i russi bombardano Kiev

In questo contesto le forze armate russe bombardano Kiev, la capitale dell’Ucraina. È di almeno 10 feriti il bilancio dell’attacco missilistico russo del 21 marzo, secondo il sindaco Vitali Klitschko. “Sei persone sono rimaste ferite nel quartiere Shevchenkivskyi e quattro in quello Sviatoshynskyi“, ha scritto su Telegram. Diverse esplosioni si sono verificate nel centro città dopo un allarme aereo per missili e droni. A partire dalle 5 del mattino ora locale si sono sentite decine di forti deflagrazioni e il fuoco della difesa aerea.

A Kiev è arrivato a sorpresa il consigliere per la sicurezza nazionale degli Usa, Jake Sullivan, che ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il quale già lo scorso dicembre era volato a Washington per chiedere più armi. Sullivan ha “riaffermato l’incrollabile impegno degli Stati Uniti nei confronti dell’Ucraina nella sua autodifesa contro la brutale invasione russa“. Ciò nonostante non c’è ancora alcun annuncio da parte statunitense sull’invio all’Ucraina dei missili a lungo raggio Atacms. Lo ha dichiarato lo stesso Sullivan. “Non ho nulla da annunciare oggi“, ha detto rispondendo alla domanda di una giornalista. “Abbiamo avuto discussioni molto costruttive sul nostro sostegno militare e sulle capacità necessarie per garantire che tale sostegno sia quanto più efficace possibile“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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