A due passi da via Veneto è celebrata la tensione dell’artista tra la ricerca dell’infinito e il rapporto con la sua anima. Bolìa, rinomato creativo romano, è in mostra permanente nella Capitale, a Via Marche 74, a due passi dalla strada che ha celebrato la Dolce Vita nel mondo, con una personale carica di pathos.

“Il pittore dell’inconscio, poeta dell’attimo fuggente”, così come è stato definito, alcuni giorni fa ho organizzato un vernissage per celebrare la sua arte. Gli emblematici dipinti di Bolìa saranno in esposizione permanente presso il suo Atelier romano.

Courtesy of Press Office

Bolìa, il poliedrico artista capitolino

L’opera dell’artista Sante Dignani, in arte Bolìa, è un interessante connubio tra arte e poesia in una tensione continua verso l’infinito. “Perché dove si ferma la psichiatra, continua il poeta”, ha affermato il neuropsichiatra David Cooper. E non c’è frase più adatta per descrivere l’arte di Bolìa, non a caso definito pittore dell’inconscio e poeta dell’attimo fuggente. L’artista riesce infatti in un’arte assai difficile e unica: ossia coniugare la pittura con la poesia e spesso con un fine anche di solidarietà ed etico. Non a caso è l’ideatore di una croce curva che rappresenta un nuovo concetto: sono passati 2000 anni dalla crocifissione del Cristo. L’uomo si è reso conto della difficoltà dell’esistenza umana su questa terra ed è proprio lui stesso a salire sulla croce ricurva e, a braccia aperte e di fronte all’universo, medita la sofferenza del mondo per la verità mancante.

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Il commento dell’artista in merito alle sue suggestive opere

«I miei quadri – afferma Bolìa, proprietario anche dell’Editrice Letteraria -per quello che rappresentano producono un enorme impatto sull’alienato ma la psicanalisi deduce che è sempre il paziente a guarire sé stesso: i tecnici del pensiero non fanno altro che da trainer, dando luce del buio più profondo». Ed ecco allora apparire mani che escono dal terreno, visi interrogativi, la cacciata dal Paradiso con l’inevitabile croce ricurva, autoritratti e ricordi. Il tutto con un tratto che richiama, a volte, i volti di Modigliani. E ci si perde in questa unicità della ricerca sull’inconscio, che non ha pari in altri artisti. Bolìa ha vinto molti premi nel corso della sua carriera anche a livello internazionale. L’artista ha esposto persino a New York e a Parigi. La sua peculiarità è il fatto di fondere la poesia nei quadri e per questo ha avuto anche delle collaborazioni accademiche. Poeta, ma anche pittore.

Bolìa insieme  alla modella Andrea Duma mostra la sua croce curva, Courtesy of Press Office

Al vernissage, che si è svolto alcuni giorni fa nell’atelier romano di Bolìa, a cui anche noi siamo intervenuti, sono accorsi molti personaggi del mondo della cultura, dello spettacolo e dell’arte, ad ammirare le opere, ma anche ad ascoltare alcune poesie dell’autore, lette da Vincenzo Bocciarelli, neo direttore dei teatri di Siena, arrivato appositamente nella Capitale per l’evento. Tra le personalità c’erano la giovane attrice Carlotta Galmarini che è arrivata con l’attore e regista Lorenzo Tiberia. Ad intervenire all’evento anche la figlia dell’artista, Barbara Dignani, Simone Montedoro, Federica Cifola, il creativo Michele Spanò, l’astrologo televisivo Massimo Bomba, la modella Andreea Duma. Ad applaudire Bolìa anche i principi Guglielmo e Vittoria Giovanelli Marconi, la gallerista Alice Falsaperla ed il pittore Mauro Russo.