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Papa Francesco, i cattolici scandalizzati dalle parole su resa e negoziato

"Avere il coraggio della bandiera bianca, cioè di negoziare. Non avere vergogna di negoziare, prima che la cosa sia peggio"

Le dichiarazioni di papa Francesco alla tv svizzera, rese note dall’Ansa il 9 marzo, segnano un punto di svolta nella storia del linguaggio dei leader mondiali che da 2 anni accompagna quotidianamente la guerra della Russia in Ucraina. Per il Pontefice l’Ucraina deve avere “il coraggio della bandiera bianca, cioè di negoziare” la pace con la Russia per fermare la strage infinita della guerra. La comunità cristiana ucraina in Italia si scaglia contro il Papa: “Parole sconvolgenti, per un cristiano è inaccettabile arrendersi al male”.

La voce di papa Francesco appare dilaniante a molti. Anche perché dopo 2 anni di massacri in Ucraina, con centinaia di migliaia di soldati morti dell’uno e dell’altro esercito, almeno 10mila civili ucraini uccisi e spesso torturati, e milioni di ucraini fuggiti all’estero, Putin non si ferma. E neppure Zelensky. E il conflitto sta rischiando seriamente di allargarsi al resto d’Europa. La minaccia di una terza guerra mondiale nucleare non è mai stata così vicina, se non nel 1962, al tempo della cosiddetta crisi dei missili a Cuba fra Unione sovietica e Stati Uniti.

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Foto X @nelloscavo

La guerra anche nella Ue e e in Italia?

Pochi giorni fa la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha spiegato che a questo punto “la guerra in Europa non è imminente ma non si può escludere” perciò “bisogna prepararsi” riarmandosi pesantemente. E il capo di Stato francese, Emmanuel Macron, ha ventilato l’ipotesi di inviare truppe NATO a combattere i russi. La NATO e gli Usa hanno escluso uno scenario del genere. Ma ormai “i recinti sono saltati” per usare un’espressione del ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, pronunciata per al fine di descrivere il mondo moderno in cui l’Italia si trova immersa, ragion per cui tutto può succedere.

In Italia e nella Ue all’alba del 2022, solo 2 anni fa, nessuno avrebbe scommesso sul fatto che la Russia avrebbe invaso l’Ucraina puntando dritto verso Kiev. Eppure è accaduto. In questo contesto il Papa ha sempre parlato controcorrente. Contro la guerra e contro il riarmo dell’Occidente. Ha chiesto pace, preghiera e negoziati in continuazione, pur riconoscendo il diritto dell’Ucraina a difendersi dall’aggressione russa.

L’Ucraina ha resistito con estremo coraggio e grande sacrificio umano. I russi hanno dovuto ritirarsi dalle zone nord-orientali del paese che avevano occupato nelle prime settimane di guerra. Ma ormai si sono installati in maniera apparentemente irremovibile in almeno il 20% del territorio ucraino: una lunga striscia sud-orientale dalla Crimea al Donbass. E le forze armate di Kiev non sono più in grado, da sole, di cacciarli via. La popolarità del presidente ucraino Zelensky diminuisce, personalità come il sindaco di Kiev, Vitaly Klitscho, lo criticano apertamente, la popolazione è allo stremo delle forze. La guerra è al suo 746° giorno di combattimenti senza una sola ora di tregua.

L’approccio di Francesco al cristianesimo

È questo il contesto in cui sono giunte le controverse parole di papa Francesco. Un Pontefice sudamericano, molto ‘politico‘ e con una marcata visione sociale del messaggio di Gesù Cristo. Un approccio al cristianesimo lontano da quello del professore teologo tedesco suo predecessore, Joseph Ratzinger. E forse ancora più lontano da quello delle comunità cristiane dell’Est Europa, in cui il nazionalismo, la tradizione e il senso di appartenenza etnica sono marcati e costituiscono elementi centrali della religione.

Cosa ha detto il Papa sulla “bandiera bianca

Il 9 marzo l’Ansa ha pubblicato una serie di anticipazioni di un’intervista data da papa Francesco alla Radiotelevisione svizzera, che uscirà integralmente il 20 marzo. L’intervista affronta vari temi, ma soprattutto le guerre in corso in Ucraina e nella Striscia di Gaza. Sulla prima il giornalista Lorenzo Buccella chiede al Papa quale posizione sia preferibile tra chi vorrebbe la resa dell’Ucraina per far finire la guerra e chi crede che in questo modo si legittimi la posizione del più forte, cioè della Russia. Per parlare di resa l’intervistatore usa anche la metafora della “bandiera bianca“, che papa Francesco riprende nella sua risposta.

Credo che è più forte quello che vede la situazione, pensa al popolo e ha il coraggio della bandiera bianca. E negoziare: oggi si può negoziare con l’aiuto delle potenze internazionali. Ci sono, no?“. Nel resto della risposta il papa si concentra soprattutto sulla possibilità di negoziare per arrivare alla fine delle ostilità nella guerra: “Quella parola, negoziare, è una parola coraggiosa. Quando tu vedi che sei sconfitto, che la cosa non va, avere il coraggio di negoziare. E ti metti vergogna, ma se tu continui così quanti morti hai poi? E finirà peggio ancora. Negoziare in tempo, cercare qualche paese che faccia da mediatore: oggi per esempio con la guerra in Ucraina sono tanti che vogliono fare il mediatore no? La Turchia per esempio. Non avere vergogna di negoziare, prima che la cosa sia peggio“.

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Foto X @nelloscavo

La risposta dei cattolici ucraini

Le parole di papa Bergoglio sul ‘coraggio di alzare la bandiera bianca‘, sul ‘negoziare quando vedi che sei sconfitto‘ sono sconvolgenti, imbarazzanti e profondamente offensive nei confronti di un popolo che da oltre due anni cerca di sopravvivere alla terribile e criminale aggressione russa“. Lo ha dichiarato Oles Horodetskyy, presidente dell’Associazione cristiana degli ucraini in Italia.

Alla richiesta di arrenderci del boia del Cremlino rispondiamo con la resistenza. Mai avremmo immaginato di ricevere la stessa richiesta dal nostro Papa, capo della Chiesa Cattolica e predicatore del Vangelo. Per un cristiano è inaccettabile arrendersi al male e al peccato che rappresenta oggi la Russia di Vladimir Putin. Difendere la propria vita e la propria casa è un dovere sacrosanto di ogni cittadino“, ha aggiunto. Di fronte a queste reazioni la Santa Sede ha poi corretto il tiro: “Il Papa – afferma il Vaticano – con le sue parole sull’Ucraina ha inteso chiedere il cessate il fuoco e rilanciare il coraggio del negoziato“, non la resa incondizionata a cui tutti pensano quando si parla della “bandiera bianca“. Di certo la guerra appare a un bivio: la NATO potrebbe davvero, malgrado le smentite ufficiali, entrare a combattere direttamente?

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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