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Funerali di Navalny, migliaia di russi scandiscono il suo nome e alcuni gridano “Putin assassino”

"Basta guerra, non abbiamo paura" ha urlato la folla, che ha sfidato apertamente il Cremlino

Quando il feretro di Alexei Navalny è arrivato nella chiesa cristiano-ortodossa dedicata all’Icona della Madre di Dio, alla periferia meridionale di Mosca, da ore centinaia di persone erano in coda per entrare. La fila era lunga più di un chilometro, ha testimoniato la Novaya Gazeta. Si calcola che siano stati migliaia i cittadini che hanno accolto tra gli applausi il passaggio della salma verso la chiesa, dopo aver deposto fiori e fotografie in omaggio al dissidente morto in carcere in Siberia il 16 febbraio, probabilmente assassinato dal regime.

All’entrata ma anche all’uscita del feretro, dopo meno di un’ora di celebrazione religiosa, la folla ha scandito il nome del più carismatico oppositore di Putin: “Nav-val-ny! Na-val ny!“. E ha urlato: “Tu non hai avuto paura e noi non abbiamo paura“. In tanti hanno lanciato fiori sul carro funebre gridando “La Russia sarà libera!“, “Basta guerra!” e “Putin assassino!“, “Riportate i soldati a casa!. Alla cerimonia hanno partecipato anche i genitori di Alexei Navalny, Anatoly e Lyudmila. Terminate le esequie molti li hanno salutati e baciati dicendo “Grazie per vostro figlio“. È per l’insistenza soprattutto della madre di Navalny se il Cremlino ha dovuto cedere, facendo restituire il corpo del dissidente alla famiglia e consentendo funerali pubblici e non segreti.

Mosca, folla funerali Navalny
Foto X @ROBZIK

Il Cremlino aveva avvertito che riunioni non autorizzate violano la legge e il portavoce Dmitry Peskov ha dichiarato: “Non abbiamo niente da dire alla famiglia“. Ma tanti russi, con mazzi di fiori in mano, slogan, fotografie di Navalny e la partecipazione alle esequie del dissidente oppositore, hanno fatto sentire la loro voce. Per quanto sia possibile sotto una dittatura sostanziale, anche se non formale, com’è il regime di Putin. Sostenuto dalle forze dell’ordine, dalle forze armate, dai mass media di Stato e soprattutto dai servizi segreti dell’ex Kgb sovietico, dalle cui fila proviene lo stesso presidente russo.

Navalny, funerali di massa

In chiesa non sono stati fatti entrare diversi diplomatici stranieri, tra cui gli ambasciatori di Germania, Alexander Graf Lambsdorff, di Francia, Pierre Levy, e degli Stati Uniti, Lynne Tracy, vestiti di nero e con alcune rose rosse in mano. C’era anche l’incaricato d’affari italiano, Pietro Sferra Carini. Il ministro degli Esteri britannico, David Cameron, ha scritto su X che Putin “ha cercato di mettere a tacere Navalny, ma il mondo stava guardando. Nel giorno del suo funerale ricordiamo il suo spirito di sfida di fronte alla brutalità del regime russo e il suo coraggio nell’opporsi alla corruzione. Dobbiamo continuare a chiedere conto alla Russia“.

La polizia moscovita ha presidiato in forze sia l’area della chiesa che del cimitero Borisovsky. Il funerale è stato fortemente voluto dalla madre, dalla famiglia e dai collaboratori di Navalny. Malgrado le pressioni e la decisa opposizione delle autorità che volevano esequie private e segrete. “C’è tanta polizia, come se fosse una rivolta” ha dichiarato alla Bbc un amico del dissidente, l’ex capo dello staff di Navalny, Leonid Volkov. Si sono riuniti “molti poliziotti come se stessimo per iniziare una rivoluzione“.

Navalny funerali cimitero Mosca
Foto X @ROBZIK

“L’amore è più forte della morte”

Alcuni media indipendenti russi, come Meduza, Mediazona, Novaya Gazeta Europe, Sota, Belsat della Bielorussia, e lo stesso team della Fondazione anticorruzione di Navalny, hanno fornito video sui social media, e dirette streaming su YouTube. In particolare sarebbero stati oltre 130mila i collegamenti via Internet alla cerimonia, in una Russia in cui tv e media ufficiali hanno completamente ignorato l’evento.

Il capo della Fondazione anticorruzione creata da Navalny, e poi smantellata, Ivan Zhdanov, ha raccontato sui social: “La famiglia gli dice addio. Ora la bara viene calata con uno speciale elevatore nella tomba e tutti possono avvicinarsi per gettare un pugno di terra“. Fuori dal cimitero una folla numerosa si è accalcata per entrare e nei video postati su Telegram si sente la gente scandire “l’amore è più forte della morte“.

Il messaggio di Yulia Navalnaya

Dall’estero è giunto il messaggio della vedova di Alexei, Yulia Navalnaya. Nei giorni scorsi la donna ha postato video-comunicati sui social per affermare che continuerà la lotta del marito, che, ha affermato: “Putin ha assassinato. Ed è stata ricevuta dal presidente Usa, Joe Biden, oltre parlare di fronte al Parlamento europeo. Rivolta al marito, su X ha scritto: “Grazie per 26 anni di assoluta felicità. Sì, anche degli ultimi tre anni di felicità. Per l’amore, per avermi sempre sostenuto, per avermi fatto ridere anche dal carcere, per il fatto che mi hai sempre pensato. Non so vivere senza di te, ma cercherò di renderti lassù felice per me e orgoglioso di me. Non so se riuscirò a sopportarlo oppure no, ma ci proverò. Ti amerò per sempre. Riposa in pace“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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