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A Roma arriva l’arte giapponese con la mostra “Ukiyoe. Il Mondo Fluttuante”

150 capolavori, appartenenti ad una trentina di artisti, saranno esposti a Palazzo Braschi

Palazzo Braschi a Roma si fa ‘teatro’ della mostra Ukiyoe. Il Mondo Fluttuante. Visioni dal Giappone, un’esposizione dedicata all’arte giapponese. 150 capolavori, appartenenti ad una trentina di artisti di grande fama, esposti a partire dal 20 febbraio 2024.

Dipinti a pennello su carta o su seta, stampe in policromia con matrice in legno su carta, rotoli, paraventi. Ma anche strumenti musicali, kimono e oggetti d’uso quotidiano come i ventagli o le scatole da gioco sono i protagonisti della mostra che, dal 20 febbraio 2024, è ospitata a Palazzo Braschi a Roma. L’esposizione, dal titolo Ukiyoe. Il Mondo Fluttuante. Visioni dal Giappone, è un viaggio nella società giapponese del tempo con i suoi filoni artistici più apprezzati di sempre. Promossa da Roma Capitale, assessorato alla Cultura, Sovrintendenza capitolina ai Beni Culturali, coprodotta e organizzata con MondoMostre e Zètema Progetto Cultura, la mostra sarà visitabile fino al 23 giugno 2024.

Mostra ukiyoe Il Mondo Fluttuante
Katsushika Hokusai, Grande Onda di Kanagawa @Crediti Ansa – VelvetMag

L’ukiyoe arriva a Roma

Le opere esposte, 150, appartengono a 30 artisti che hanno operato a partire dalla metà del ‘600 fino alla fine dell’800. I capolavori esposti appartengono ai più grandi maestri come Kitagawa Utamaro, Katsushika Hokusai con la sua celebre Grande Onda di Kanagawa, Keisai Eisen e la scuola Utagawa con Toyokuni, Toyoharu, Hiroshige, Kuniyoshi, Kunisada e Toshusai Sharaku con le sue rare e preziose sirografie policrome con fondo in mica. La mostra Ukiyoe. Il Mondo Fluttuante. Visioni dal Giappone è divisa in sette sezioni che esplorano il filo conduttore di questa esposizione. Il filone su cui la mostra s’incentra è, infatti, l’ukiyoe. Quest’ultima una forma d’arte nata con il sorgere delle grandi città nella metà del ‘600 ed in particolare Tokyo, conosciuta allora come Edo, capitale shogunale scelta dalla famiglia Tokugawa.

Tale forma d’arte, dunque, si lega sia alla nascita delle città che delle nuove classi sociali. E seguendo questo aspetto, ogni sezione dell’esposizione racconta la diffusione della cultura, del sapere e dell’educazione anche tra le donne. La mostra Ukiyoe. Il Mondo Fluttuante. Visioni dal Giappone, curata da Rossella Menegazzo, vuole evidenziare la forte influenza esercitata dall’arte giapponese e dall’ukiyoe sulla cultura occidentale di fine Ottocento e inizio Novecento, da Van Gogh a Monet, fino agli odierni manga. Ogni sezione della mostra, infatti, affronta un aspetto diverso offrendo, di volta in volta, nuovi spunti di riflessione.

Mostra giapponese Roma
Vista generale della mostra Ukiyoe. Il Mondo Fluttuante a Palazzo Braschi @Crediti Ansa – VelvetMag

I temi e i volti della mostra Ukiyoe. Il Mondo Fluttuante. Visioni dal Giappone

A partire dalla prima sezione, per esempio, si trova una parte dedicata al mondo dell’arte, della musica, della pittura, del gioco da tavolo e della calligrafia che facevano parte solo delle persone colte, secondo i canoni classici cinesi importati in Giappone. Per ogni sezione i soggetti sono i volti degli attori del teatro, la bellezza di cortigiane e geishe, gli spettacoli di danza e musica. A queste si accompagnano le ambientazioni: case da tè, quartieri di piacere fuori città e i teatri kabuki. Le ultime due sezioni sono dedicate, infine, alle visioni della città. Descrivendo la vita dentro e fuori la capitale Edo e il percorso lungo le province, fino ad arrivare alla capitale imperiale: Kyoto.

Si attraversano paesaggi celebri, tra cui la Grande Onda di Kanagawa parte delle Trentasei vedute del Monte Fuji. Le opere esposte per la prima volta provengono da due grandi collezioni italiane e per questo la mostra Ukiyoe. Il Mondo Fluttuante. Visioni dal Giappone rappresenta anche un omaggio a due artisti italiani, lo scultore Vincenzo Ragusa e l’incisore Edoardo Chiossone. Quest’ultimi, infatti, furono invitati dal governo giapponese Meiji a fine Ottocento come specialisti nei primi istituti di grafica e arte. Sono questi due nomi celebri ad aver contribuito a fare conoscere l’arte giapponese in Italia. Infatti, i due formatori portarono in Giappone alcune tecniche occidentali e allo stesso tempo riportano in Italia opere e soggetti giapponesi, da eruditi collezionisti, che oggi sono sono conservati nel Museo d’Arte Orientale Edoardo Chiossone di Genova e al Museo delle Civiltà di Roma.

Francesca Perrone

  • Cultura, Ambiente & PetsMessinese trasferita a Roma per gli studi prima in Scienze della Comunicazione Sociale presso l'Università Pontificia Salesiana, con una tesi su "Coco Chanel e la rivoluzione negli abiti femminili", poi per la specializzazione in Media, Comunicazione Digitale e Giornalismo alla Sapienza. Collabora con l'Agenzia ErregiMedia, curando rassegne stampa nel settore dei rally e dell'automobilismo. La sue passioni più grandi sono la scrittura, la moda e la cultura.
    Responsabile dei blog di VelvetMAG: VelvetPets (www.velvetpets.it) sulle curiosità del mondo animale e di BIOPIANETA (www.biopianeta.it) sui temi della tutela dell'ambiente e della sostenibilità.

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