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Milei a Roma, un’ora a colloquio col “demonio” Francesco

Così il presidente dell'Argentina aveva definito il Pontefice, salvo poi scusarsi. Possibile una visita del Papa nella sua terra d'origine

Incontro storico, il 12 febbraio in Vaticano, fra papa Francesco e il presidente del suo paese -l’Argentina – Javier Milei, in carica da pochi mesi. L’ultraliberista inquilino della Casa Rosada non aveva esitato ad attaccare Bergoglio in campagna elettorale arrivando a definirlo un “imbecille” e anzi “il demonio in Terra”. Insulti volgari e molto pesanti subito ritrattati non appena eletto presidente. Milei ha abbracciato il Papa già domenica 11 febbraio in occasione dell’elevazione agli altari di Maria Antonia di San Giuseppe, detta “Mama Antula”: prima donna argentina a diventare santa. Il 12 febbraio anche il capo dello Stato, Sergio Mattarella, e la premier Giorgia Meloni incontreranno Javier Milei.   

Nel colloquio col Papa, il presidente dell’Argentina ha discusso, fra le altre cose, del programma del nuovo Governo di Buenos Aires per contrastare la crisi economica. Il grande paese sudamericano deve fronteggiare un’inflazione al 140% e un tasso di povertà del 40% fra la popolazione. Temi al centro anche del successivo incontro di Milei e del suo staff col cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato del Vaticano, e con monsignor Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati.

Milei papa Francesco incontro Vaticano
Foto Ansa

Milei e Francesco, l’incontro

Durante i cordiali colloqui in Segreteria di Stato è stato espresso compiacimento per le buone relazioni tra la Santa Sede e la Repubblica Argentina, nonché la volontà di rafforzarle ulteriormente” riferisce la Santa Sede. “Ci si è poi soffermati sul programma del nuovo Governo per contrastare la crisi economica“. Il colloquio privato tra il capo di Stato argentino e Bergoglio nella Sala della Biblioteca del Palazzo apostolico è durato un’ora: un tempo insolitamente lungo per le udienze papali, considerando anche che il dialogo avveniva senza la necessità di un interprete. Prima dell’arrivo a Piazza San Pietro anche un curioso fuori programma. Milei è sceso dall’auto davanti all’ambasciata dell’Argentina presso la Santa Sede e si è prestato a un selfie collettivo con un gruppo di suoi concittadini. A Roma Milei ha incontrato anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

“Il Papa è preoccupato”

Il prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede, il cardinale argentino Victor Fernandez, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai cronisti che lo hanno interpellato. “Guardate, il Papa è una persona che sente molto affetto per tutti, in un modo che non si può pensare che mantenga alcuna animosità verso nessuno” ha dichiarato. “Il presidente – ha raccontato il cardinal ‘Tucho’ – si è avvicinato al Papa con molto affetto”.

Alla domanda su un possibile viaggio in Argentina del Pontefice, ha risposto: “Questo non lo sappiamo perché dipende da tante cose“. Quindi, incalzato ancora dalla domanda se il Papa sia preoccupato per la crisi del gigante sudamericano, il suo collaboratore e compatriota ha risposto: “Su questo punto il Papa è sempre preoccupato, e evidentemente è un tema che ha nel cuore, che la gente non soffra. Così questo tema non ha a che vedere con alcuna tendenza ideologica, è sempre preoccupato per quelli che soffrono, è inevitabile“.

papa Francesco Javier Milei Argentina
Foto X @CancilleriaARG

Francesco dialoga sempre con tutti

Sulla distensione con il presidente argentino il cardinale Fernandez ha commentato: “Io credo che è sempre buona l’idea del Papa di dialogare, di parlare, di mettere a confronto i vari punti di vista. Lo fa anche qui dentro il Vaticano“. Sugli insulti di Milei in campagna elettorale ha osservato: “Guardate lui (il Papa, ndr.) non si infastidisce affatto per queste cose. Capisce che è una strategia di marketing“.

Infine, alla domanda di commentare un recente comunicato della Conferenza episcopale argentina che è arrivata a dire che “il pane non si nega a nessuno“, ha detto: “Noi sempre teniamo il cuore dal lato di quelli che soffrono di più“. Il riferimento ha un valore importante perché il Governo di Javier Milei ha cercato, senza successo finora, di privatizzare e liberalizzare al massimo il sistema economico argentino fino a introdurre, se necessario, il dollaro statunitense al posto del peso, la moneta nazionale, suscitando il malcontento di vasti strati della popolazione.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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