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Argentina, il piano di Milei: “Sarà uno shock ma ci salveremo”

Gli auguri di papa Francesco al nuovo presidente che in campagna elettorale lo ha definito il "rappresentante del maligno sulla Terra"

S’insedierà formalmente alla Casa Rosada il 10 dicembre ma Javier Milei, nuovo presidente dell’Argentina, sta spiegando il suo piano di rilancio del paese, gravato da un’inflazione al 140% e dalla povertà che colpisce il 40% della popolazione.

Tre giorni dopo il trionfo al turno di ballottaggio delle elezioni presidenziali contro il suo avversario, il ministro peronista dell’Economia Sergio Massa, Milei parte proprio dai temi economici. I più scottanti per l’Argentina. In un’intervista alla stampa il neo-presidente ha fatto sapere che il suo esecutivo realizzerà “un forte aggiustamento fiscale verso un azzeramento diretto del deficit finanziario“.

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Javier Milei. Foto Ansa/Epa Juan Ignacio Roncoroni

“I mercati ci danno fiducia”

La promessa di Milei è che l’Argentina tornerà solvibile “perché pagheremo il debito” da 45 miliardi di dollari più interessi col Fondo monetario internazionale (Fmi). “Sarà uno shock, non ci sarà gradualità” ha dichiarato il leader della destra ultraliberista, acceso sostenitore delle privatizzazioni. E di quello che appare come un programma di smantellamento dell’intervento statale, con la privatizzazione della sanità, dell’istruzione e dei trasporti.

I titoli pubblici e le azioni argentine sono saliti” ha dichiarato il neo-presidente, riferendosi al fatto che le Borse hanno reagito bene alla sua elezione. “Questo significa che c’è fiducia su ciò che vogliamo fare. Stiamo dando chiari segnali di stabilità e di forza politica, che era una delle cose di cui si dubitava, e siamo in grado di fare accordi al Congresso affinché queste leggi avanzino” ha ribadito ancora Milei.

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Papa Francesco. Foto Ansa/Riccardo Antimiani

Milei e “la politica che ruba

Poi, considerando il possibile rischio che nell’economia dell’Argentina si generi un’iperinflazione, Milei ha ammesso che “il rischio c’è”. Ma c’è anche l’intenzione di “fare ogni sforzo per evitarlo“. Quindi una previsione a stretto giro di posta: “Sono in arrivo 6 mesi molto duri, ha confessato Milei, ma costituiranno, ha aggiunto, “il decollo dell’Argentina“. La ricetta? “Non si tratta di tagliare quella che è considerata spesa pubblica ma le voci su cui la politica ruba. Questo è il grande trucco. La Banca di sviluppo interamericana ha pubblicato uno studio sull’inefficienza della spesa pubblica. L’Argentina ha un’inefficienza di 7,5 punti e un deficit finanziario di 5“.

“Stop alle opere pubbliche”

Per quanto riguarda il futuro delle opere pubbliche, e soprattutto di quelle già stabilite, Milei ha spiegato che non le si potrà più finanziare. “Non abbiamo denaro, abbiamo un forte deficit fiscale” ha detto il neo-presidente. E perciò “dobbiamo dare priorità all’equilibrio dei conti“. Nel nuovo Governo, ha aggiunto, “introdurremo un sistema di iniziativa privata alla cilena“, ripetendo che “non ci sono soldi e se non facciamo un aggiustamento fiscale si scatenerà un’iperinflazione e avremo il 90% di poveri e il 70-75% di indigenti“. Poi, in conclusione: “Non si negozia l’equilibrio fiscale. Non c’è discussione. Se un ministro supera la spesa prevista, lo caccio!”.

Milei e Papa Francesco

Si apprende intanto che il presidente eletto dell’Argentina ha parlato telefonicamente, il 21 novembre con papa Francesco. Sono mesi che c’è tensione fra Milei e il capo della Chiesa cattolica universale a causa delle dichiarazioni profondamente offensive contro il vescovo di Roma fatte in campagna elettorale, circa le quali poi Milei ha cercato di scusarsi. “Sua Santità, Papa Francesco, ha contattato il nostro futuro presidente per congratularsi con lui ed esprimere i suoi auguri di unità e progresso per il nostro Paese” si precisa in un comunicato dell’ufficio di Milei. Il nuovo presidente argentino “ha ringraziato per le parole del Sommo Pontefice, che ha promesso di inviargli un rosario benedetto come dono di inaugurazione” si legge nella nota. In campagna elettorale Milei è arrivato a dire che papa Francescoè il rappresentante del maligno sulla Terra e questo anche perché “favorisce il comunismo“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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