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Marco Polo 700 anni dopo, Venezia celebra il suo mercante-ambasciatore

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Venezia si prepara a celebrare il suo maggiore ambasciatore nel mondo in ogni epoca: Marco Polo. L’8 gennaio di 700 anni fa, nel 1324, l’autore del Milione moriva a 70 anni. Il 9 gennaio 2024 il Comune di Venezia presenterà il programma delle iniziative per ricordarlo. Ma quest’anno si celebra nel nome di Marco Polo un doppio anniversario. Oltre ai 7 secoli dalla morte anche i 770 anni dalla nascita, il 15 settembre 1254. 

Sarà un anno ricco di iniziative, con eventi, mostre, attività nelle scuole, approfondimenti, seminari, incontri per omaggiare una grande figura della nostra storia” ha scritto su X il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro. “Un uomo che, con i fatti – lo ha definito – ha creato un ponte verso l’Oriente e che, con la sua intraprendenza è diventato simbolo dell’operosità della nostra Città nel mondo“.

Foto X @TLippiello

La straordinaria vita di Marco

Marco Polo è stato un viaggiatore, uno scrittore, un ambasciatore e un mercante, cittadino della Repubblica di Venezia. La sua celebrità in tutto il mondo è dovuta alla pubblicazione di un testo che divenne famoso mentre egli era ancora in vita. Ovvero alla pubblicazione del Milione: la relazione dei suoi viaggi in Estremo Oriente. Una vera e propria enciclopedia geografica che riuniva le conoscenze essenziali sull’Asia alla fine del XIII secolo, la prima nel suo genere in Europa.

Marco era esponente del patriziato veneziano e viaggiò con il padre Niccolò e lo zio paterno Matteo attraverso l’Asia lungo la Via della seta fino alla Cina, allora detta Catai. I suoi viaggi si svolsero in un arco temporale di quarto di secolo: dal 1271, quando aveva 17 anni, al 1295, quando ne compì 41. Consigliere e ambasciatore alla corte del Gran Khan Kubilai, Marco Polo tornò appunto a Venezia nel 1295 con una discreta fortuna che investì nell’impresa commerciale di famiglia.

Prigioniero dei genovesi dal 1296 al 1299, dettò le memorie dei suoi viaggi a Rustichello da Pisa, forse suo compagno di cella (Pisa aveva perduto la battaglia navale della Meloria, il 6 agosto 1284 e molti combattenti erano stati fatti prigionieri). Rustichello scrisse le memorie di Marco in lingua franco-veneta con il titolo Divisiment dou monde. Ormai ricco e famoso, Marco Polo sposò la dama patrizia Donata Badoer, dalla quale ebbe tre figlie: Moretta, Bellela, Fantina. Morì nel 1324: i veneziani lo seppellirono nella chiesa di San Lorenzo, in città.

Il Milione divenne un testo capace di ispirare attraverso i secoli generazioni di viaggiatori, geografi ed esploratori. Come ad esempio lo stesso Cristoforo Colombo, il genovese che scoprì le cosiddette Indie Occidentali, ossia i Caraibi in America. Un nome che però deriva da quello di Amerigo Vespucci, che scoprì la parte meridionale del continente, primo a rendersi conto che ciò che Colombo aveva scoperto era un “nuovo mondo“, non la propaggine orientale dell’Asia, come si credeva.

Malgrado non sia stato il primo europeo a raggiungere la Cina, Marco Polo fu tuttavia il primo viaggiatore a redigere un dettagliato resoconto. Il Milione fornì spunti e materiali alla cartografia occidentale, in primis al mappamondo di Fra Mauro. Si tratta di un planisfero databile attorno al 1450 e attribuito al monaco veneto Fra Mauro. Vi è rappresentato l’Ecumene, cioè l’intero mondo con le tutte terre conosciute all’epoca. È conservato presso la Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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