Superbonus, 10mila cantieri a rischio caos
Con l'arrivo del 2024, fra pochi giorni, non esisterà più la copertura statale dei lavori edilizi privati al 110% e neppure al 90% ma 'soltanto' al 70%
A pochi giorni dalla fine dell’anno il Superbonus edilizio del Governo Conte (2020), prolungato fino a oggi, sta per scadere definitivamente perché non ci saranno proroghe della sua forma attuale. Dal 2024 non esisteranno più le coperture di denaro pubblico fino al 110% o fino al 90% dei lavori di ristrutturazione di case, palazzi e strutture private. Si passerà a una copertura non superiore al 70% della spesa. I cantieri aperti in Italia sono ancora molti e c’è il rischio che passato il ‘guado’ del nuovo anno molti condomini, ditte appaltatrici e lavoratori si trovino in una ‘palude’ economica.
Per questo il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, sarebbe pronto a sciogliere le riserve sul ‘salvataggio‘ dei lavori condominiali coperti dal Superbonus. L’obiettivo è evitare il caos che appunto deriverebbe da un’uscita disordinata dal 90% di agevolazione (già nel corso del 2023 la copertura al 110% si è quasi estinta) per un più basso 70%. Anche cittadini e imprese chiedono al Governo un intervento immediato.
Superbonus, ancora lavori per 13 miliardi
Come spiega il Corriere della Sera, sono almeno 10mila i cantieri ancora aperti dove si rischiano contenziosi legali. Secondo i calcoli, a fine novembre 2023 dovevano ancora essere cominciati lavori condominiali per 13 miliardi di euro, che in gran parte slitteranno a gennaio 2024. Resterà in pratica un ‘buco‘ di oltre 3 miliardi, che qualcuno dovrà colmare. Com’è noto, da gennaio 2024 la detrazione del Superbonus passa al 70%. Per concludere i lavori i proprietari si troveranno a dover coprire il 30% della differenza. Se i lavori non raggiungono il miglioramento di due classi energetiche dell’edificio, salta anche la detrazione del 70%.
Lo spazio di manovra è però molto ridotto. Come spiega il Corriere della Sera, il ministero dell’Economia sta per ricevere i dati dell’Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile. Numeri e cifre relativi al ‘tiraggio’ del bonus a dicembre. Se inizialmente si stimava una spesa di 14 miliardi di euro annui, ora si starebbe viaggiando a quasi il quadruplo, circa 50 miliardi. “È un problema che nasce dalle stime sbagliate sui costi a carico del bilancio pubblico, e che è stato gestito ancora peggio“, ha evidenziato Paolo Barelli, capogruppo di Forza Italia alla Camera, citato dal Corriere.
Il Sal straordinario
“Per Forza Italia questo Governo, pur avendo subito una pesante eredità da quelli precedenti, non deve deludere le aspettative di condomìni e aziende oneste” ha aggiunto. Cosa ha intenzione di fare l’esecutivo? Prende corpo l’ipotesi del senatore Guido Quintino Liris (Fratelli d’Italia), che prevede l’introduzione di un Sal straordinario – ossia un’ulteriore dichiarazione sullo Stato avanzamento lavori – al 31 dicembre, che certifichi la detrazione completa per i lavori realizzati fino a fine anno.
All’interno del Sal straordinario si ricomprenderebbero tutte le spese collegate a fatture e inviate allo Sdi (Sistema di interscambio) entro il 12 gennaio 2024. In questo modo si potrebbe massimizzare la quota di spese assorbite dai bilanci pubblici del 2023. Il Sal straordinario consentirebbe di spostare spese di bilancio per 2 miliardi, ‘retrocedendole’ dal 2024 al 2023. Nonostante l’aggravio sul deficit, l’operazione è possibile perché per quest’anno si possono utilizzare 15 miliardi di coperture extra messi a disposizione dal decreto Anticipi.
Contenziosi sul Superbonus
E sugli eventuali contenziosi? Allo studio del Governo ci sarebbe una norma ad hoc, visto che – come già detto – gli sconti non più coperti dallo Stato dovranno essere coperti dai committenti, cioè dai condomini. A meno di non voler perdere le agevolazioni sull’intero lavoro. Se anche le imprese decidessero di non incassare, in tutto o in parte, la quota non agevolata, perderebbero poi l’agevolazione su tutto. Infine, come spiega il Corriere, non si esclude una stretta sul bonus al 75% per la rimozione delle barriere architettoniche. Con sconto in fattura e cessione del credito, che ha già sostituito il Superbonus 110% nelle unifamiliari. L’incentivo è molto appetibile dato che copre molti interventi, compresi quelli su finestre e serramenti, con limitazioni non stringenti.