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Il caso Giorgetti, le opposizioni chiedono un’audizione

Il titolare di Via XX Settembre sarà sentito in Commissione Bilancio. Avrebbe voluto il via libera al Mes che è stato bocciato

Crisi politica di Natale nella maggioranza che sostiene il Governo Meloni: il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, finisce schiacciato come un vaso di coccia tra vasi di ferro. Dopo l’approvazione del nuovo, severo, Patto di stabilità e crescita dell’Unione europea, con l’avallo di Giorgetti per l’Italia, e dopo la clamorosa bocciatura alla Camera della ratifica del Mes le opposizioni ritengono “necessaria” un’audizione urgente del ministro in Commissione Bilancio. Del quale hanno già chiesto le dimissioni.

Lo hanno chiesto i gruppi del PD, M5S, Italia Viva e Azione con una lettera indirizzata al presidente della Commissione Bilancio alla Camera, Giuseppe Mangialavori, di Forza Italia. “Il 20 dicembre scorso, dopo mesi di negoziazione, i ministri delle Finanze dell’Unione europea hanno siglato all’unanimità un accordo sulla revisione del Patto di stabilità e crescita (Psc)” argomentano le opposizioni. Per l’approvazione definitiva “occorrerà aspettare il voto del Parlamento europeo, prima della fine della legislatura“.

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Giancarlo Giorgetti. Foto X @LumsaNews

All’indomani di questo traguardo comunque rilevante, quale che sia il giudizio di merito, la Camera dei deputati, nella seduta del 21 dicembre (…) ha bocciato il disegno di legge” per la ratifica del Mes, ricordano. Il Meccanismo europeo di stabilità è il cosiddetto fondo salva Stati. Consente interventi di salvataggio ad esempio delle banche in crisi, imponendo tuttavia stringenti criteri di intervento economico per i paesi Ue che fanno richiesta di accedervi. Se anche un solo paese boccia la ratifica del trattato – come adesso l’Italia – il Mes non entra in vigore e occorre ricontrattare modifiche sufficienti a farlo riapprovare e ratificare da tutti gli Stati membri.

Giorgetti e l’ipotesi dimissioni

Come è noto, infatti, il 21 dicembre la Camera dei deputati ha bocciato l’autorizzazione alla ratifica. Forza Italia si è astenuta, Lega – il partito di Giorgetti – e Fratelli d’Italia hanno votato contro. Ha votato contro anche il Movimento Cinque Stelle che però adesso si unisce al resto delle opposizioni chiedendo che Giorgetti riferisca in Parlamento. Delusione e rammarico sono emerse da Bruxelles mentre il PD e le altre opposizioni hanno chiesto immediatamente le dimissioni di Giorgetti. Da parte sua il titolare di Via XX Settembre ha dichiarato ai cronisti che era “nel mio interesse di ministro che il Mes fosse approvato” e che tuttavia “sono io a decidere” se dimettersi o no.

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La premier Meloni: il suo partito ha votato compatto per il no al Mes. Foto X @PieraBelfanti

Su quest’orizzonte caotico interviene Salvini. Il leader del partito di Giorgetti ha risposto alle accuse sul fatto che la bocciatura del Mes da parte della maggioranzacontro la volontà del ministro dell’Economia – sia stata uno ‘schiaffo’ all’Europa che ha varato un patto di Stabilità troppo severo. “Come merce di scambio su altro? Probabilmente è vero – ha detto Salvini – però è stata una scelta coerente“. “La Lega ha sempre avuto la stessa idea da 10 anni a questa parte” ha sottolineato. “Abbiamo sempre votato nella stessa maniera. E il Governo ha avuto una maggioranza compatta. L’astensione di Forza Italia era ampiamente comunicata, non rappresenta nessun problema. Abbiamo fatto quello che era giusto fare, ne sono assolutamente orgoglioso“.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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