La polizia ceca ha identificato 13 delle 14 vittime della strage alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Praga, avvenuta nel primo pomeriggio del 21 dicembre. Uno studente, David Kozak, 24 anni, ha sparato all’impazzata ed è poi morto nella sparatoria, non è chiaro se colpito dalle forze dell’ordine. La polizia sospetta che poco prima avesse assassinato suo padre. A quanto sembra aveva annunciato la strage sui social media.

Tra i 25 feriti ci sono 3 stranieri, ma nessuno di nazionalità italiana. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato un messaggio di cordoglio a nome di tutti gli italiani al suo omologo Petr Pavel. Sabato 23 dicembre, antivigilia di Natale, in Repubblica Ceca sarà lutto nazionale. Quella del 21 dicembre 2023 è la sparatoria più sanguinosa della storia della Repubblica Ceca. La seconda risale al 2015, quando un uomo armato aprì il fuoco nella città sudorientale di Uhersky Brod, uccidendo 8 persone prima di spararsi.

Per sfuggire al killer alcuni giovani si sono rifugiati su un cornicione. Foto X @ROBZIK

“Il killer aveva un arsenale”

Lo studente David Kozak, senza precedenti penali, sarebbe stato descritto dai vicini di casa come un “nerd” introverso e affascinato dalla armi. Quando ha cominciato a sparare aveva con sé un arsenale di armi. E una grande quantità di munizioni. La polizia aveva cominciato a interessarsi al giovane qualche ora prima, quando stava indagando sull’omicidio di suo padre, trovato morto al mattino del 21 dicembre nella casa di famiglia a Hostoun, vicino a Kladno.

David Kozak, autore della strage. Foto X @_couteau

Gli agenti di polizia si sono quindi recati alla lezione universitaria a cui il giovane avrebbe dovuto partecipare alle ore 14 nell’edificio della Facoltà di Lettere e Filosofia. Ma pochi minuti dopo lui ha aperto il fuoco nell’edificio principale dell’ateneo, in piazza Jan Palach. Il capo della polizia ha detto di aver trovato un enorme arsenale di armi e munizioni nell’edificio. “Se non fosse stato per il rapido intervento della polizia, ci sarebbero state molte più vittime” ha affermato.

La Facoltà di Filosofia dell’Università si trova proprio nel cuore del centro storico di Praga. La Città Vecchia di Praga è meta di turisti durante tutto l’anno e nel periodo che precede il Natale si riempie di visitatori. Attualmente ci sono mercatini di Natale sia nella piazza della Città Vecchia che in Piazza San Venceslao. L’Università stessa è ricca di storia così come la facoltà teatro della strage. Lo studente di filosofia Jan Palach si dette fuoco nel centro di Praga nel 1969 in segno di protesta contro l’occupazione sovietica della Cecoslovacchia (allora il paese era unito fra Cechia e Slovacchia). La piazza dove ha sede l’Ateneo porta il suo nome.

Praga, salva una docente italiana

Dalle prime ricostruzioni dei fatti emerge che una docente italiana, la professoressa Chiara Mengozzi di Palmanova (Udine) sarebbe scampata alla strage perché giovedì 21 dicembre era il suo giorno libero dal lavoro. Secondo quanto avrebbe dichiarato al Messaggero Veneto di Udine, in edicola il 22 dicembre, “è stato sconvolgente, se non fosse stata la mia giornata libera avrei potuto essere anch’io tra le persone che per salvarsi si sono attaccate al cornicione dell’edificio“. “Una persona è morta perché caduta da lassù“.

Il riferimento è al fatto che alcuni studenti sono scappati all’esterno delle aule dell’Università di Praga aggrappandosi ai cornicioni a picco sul vuoto (foto in alto). Chiara Mengozzi ha vissuto al telefono i momenti di trepidazione causati dalla furia omicida di David Kozak, cercando di mantenere calmi i colleghi rifugiati nelle aule e nelle biblioteche. Docente di Italianistica, 42 anni, Mengozzi vive a Praga da una decina di anni. Al mattino del 22 dicembre la professoressa ha tuttavia smentito le parole pubblicate dal Messaggero Veneto con una dichiarazione polemica su Facebook che riportiamo sotto: