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Gli emoji discriminano gli animali? Ecco cosa spiega la scienza

Secondo un'analisi le "faccette" sui social non forniscono il medesimo spazio a tutte le specie

Conosciuti da chiunque pratichi piattaforme digitali, gli emoji traducono emozioni e sentimenti. Molte le ‘faccette’ dedicate agli animali, ma quest’ultime non sembrano essere abbastanza. O quantomeno, poco rappresentative della vastità delle specie presenti in natura. 

Lo sforzo per la conservazione di tutte le specie, a partire da quelle a rischio, è una lotta che accumuna interi comparti del mondo della scienza. Ed a proposito di questo, una recente analisi pubblicata su iScience e realizzata da un team di biologici ambientalisti dell’Università di Milano avrebbe spiegato quanto il mondo digitale sia fondamentale nel sostentamento di questa causa. L’accento in questo caso è stato posto sugli emoji, le tipiche ‘faccette‘ usate nei servizi di messaggistica istantanea o sui social-network, che sembrano discriminare gli animali. O meglio, se per quanto riguarda cani e soprattutto gatti è possibile trovare una varietà complessa di simboli da utilizzare, lo stesso non si può dire per specie quali insetti, aracnidi o crostacei, per fare degli esempi.

emoji animali
Whatsapp, emoji animali (screenshot) – VelvetMag

L’importanza di emoji inclusivi sugli animali

Secondo gli esperti, il fatto di non concedere il giusto spazio a molte delle specie presenti in natura (e anche fortemente a rischio) potrebbe, in qualche modo, non perorare la causa per la conservazione della biodiversità. Come riporta anche l’AGI, l’attuale catalogo di emoji non si presenta come accuratamente rappresentativo dell’ampiezza di biodiversità che esiste oggi. Secondo gli scienziati dell’Università di Milano questo arriverebbe persino a danneggiare gli sforzi di conservazione.

Come scrivono gli autori dello studio pubblicato su iScience, Stefano Mammola, Mattia Falaschi, Gentile Francesco Ficetola: “Anche se la crisi della biodiversità può sembrare lontana dal mondo online, nella nostra società sempre più digitalizzata, non dovremmo sottovalutare il potenziale degli emoji per aumentare la consapevolezza e promuovere l’apprezzamento per la diversità della vita sulla Terra“.

Come hanno tenuto a sottolineare i biologi ambientalisti, che hanno portato a compimento l’analisi sullo studio degli emoji di animali, è molto importante che quest’ultimi siano diversi e allo stesso tempo inclusivi. Gli scienziati hanno preso in esame le ‘faccette’ relative alla natura e agli animali disponibili su Emojipedia, un catalogo online di emoji. Dal monitoraggio è emerso che questi sono cambiati particolarmente tra il 2015 e il 2022.

Whatsapp emoji
Emoji “animali e natura” Whatsapp – VelvetMag

Gli animali più discriminati

Nel dettaglio, tra i vertebrati si è venuta a creare una vera sovra-rappresentazione che, nel complesso, rappresenta il 76% di tutti gli emoji sugli animali. Al contrario invece, gli artropodi, inclusi insetti, aracnidi e crostacei, appaiono in proporzione sotto-rappresentati. Benché in natura siano presenti 1,3 milioni di specie di artropodi descritte rispetto a 85.000 specie conosciute di vertebrati, l’attenzione verso le prime delle specie citate appare sempre più ‘scadente’.

Nel complesso, si tende a mostrare più attrazione verso i vertebrati che verso gli artropodi. Di quest’ultimi molti sono, persino, discriminati fino al punto di essere descritti, spesso, con disgusto o sdegno (pensiamo all’idea diffusa sugli scarafaggi, sui ragni, sui vermi o sui calabroni). In particolare, a tal proposito, i ricercatori hanno fatto emergere come non esistessero emoji sui platelminti (vermi piatti, comprese le tenie) né sui nematodi, nonostante esistano più di 20.000 specie di platelminti e quasi 20.000 specie di nematodi.

Tuttavia è bene anche evidenziare che gli autori dell’analisi hanno scoperto anche un certo aumento nella biodiversità degli emoji. Si legge infatti: “Gli anellidi hanno guadagnato rappresentanza nel 2020 con l’aggiunta dell’emoji ‘verme‘, che molto probabilmente rappresenta un lombrico. E gli cnidari hanno guadagnato rappresentanza nel 2021 con l’aggiunta di un emoji corallo rosso“. Ovviamente, questo ultimo aspetto è importante, ma è solo un piccolo punto di partenza per dimostrare quanto sia necessario partire anche delle piccole cose per garantire la giusta attenzione ad ogni specie presente nel nostro Pianeta.

Francesca Perrone

  • Cultura, Ambiente & PetsMessinese trasferita a Roma per gli studi prima in Scienze della Comunicazione Sociale presso l'Università Pontificia Salesiana, con una tesi su "Coco Chanel e la rivoluzione negli abiti femminili", poi per la specializzazione in Media, Comunicazione Digitale e Giornalismo alla Sapienza. Collabora con l'Agenzia ErregiMedia, curando rassegne stampa nel settore dei rally e dell'automobilismo. La sue passioni più grandi sono la scrittura, la moda e la cultura.
    Responsabile dei blog di VelvetMAG: VelvetPets (www.velvetpets.it) sulle curiosità del mondo animale e di BIOPIANETA (www.biopianeta.it) sui temi della tutela dell'ambiente e della sostenibilità.

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