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Consiglio europeo a Bruxelles, il difficile ingresso dell’Ucraina nella Ue

Il veto dell'Ungheria pesa come un macigno e la premier Meloni cerca una mediazione fra Orban e Zelensky

Al via il Consiglio europeo a Bruxelles. La riunione dell’organismo che coinvolge i capi di Governo dell’Unione esaminerà la questione dell’allargamento della Ue ai Balcani occidentali e il sostegno all’Ucraina, impantanata nella guerra che la Russia ha provocato da ormai quasi 2 anni.

Il Consiglio dovrà inoltre effettuare la revisione del Quadro finanziario pluriennale dell’Unione europea per gli anni 2021-27. Questi i due macro-temi che la premier Giorgia Meloni troverà sul tavolo. Un appuntamento, quello del 14 e 15 dicembre, che è stato preceduto da un vertice Ue-Balcani occidentali. Nella serata del 13 dicembre l’inquilina di Palazzo Chigi ha incontrato gli altri leader.

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Foto Ansa/Epa VelvetMag

Consiglio, Meloni vede Macron e Scholz

Al termine del summit preliminare sul tema dei Balcani c’è stato un lungo faccia a faccia informale tra la premier e il presidente francese Emmanuel Macron. Meloni e il numero uno dell’Eliseo, che alloggiano nello stesso hotel in centro a Bruxelles, si sono incontrati in una sala per fare il punto sui principali dossier del Consiglio europeo. Al colloquio si è aggiunto anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Un colloquio, quello fra i tre leader, che è andato “molto bene“. C’è stata “un’ottima discussione” ha detto ai cronisti Macron, al termine dell’incontro. Il veto di Orban sull’ingresso dell’Ucraina nella Ue? “Sono ottimista, siamo tutti volenterosi“, ha aggiunto il numero uno dell’Eliseo.

Superare il veto di Orban su Kiev

Il punto, infatti, è proprio questo. L’Ungheria del premier-padrone Viktor Orban è più vicina alla Russia che all’Ucraina, sia da un punto di vista economico-commerciale che strategico. I rifornimenti energetici russi sono fondamentali per Budapest e l’ostilità verso la politica di Zelensky è aperta. Nell’ambito delle giornate del Consiglio Ue, che dovrà avvicinare Kiev all’Unione, si lavora dunque a un incontro bilaterale tra Giorgia Meloni e lo stesso Orban. La premier italiana è politicamente in sintonia con il Governo ungherese e quindi può fare da ‘ponte’ fra Budapest e Bruxelles.

L’Ucraina nell’Unione

È dunque la questione dell’allargamento della Ue il primo grande ‘topic’ in agenda al Consiglio europeo di Bruxelles. Il Governo italiano sostiene con convinzione la raccomandazione della Commissione di aprire i negoziati per l’adesione di Ucraina e Moldova. Ovvero i paesi pesantemente colpiti dalla guerra che la Russia ha scatenato contro Kiev. Roma è d’accordo anche con la concessione dello status di candidato alla Georgia, che ha presentato domanda di adesione alla Ue. Per quanto riguarda i Balcani occidentali appoggia “fermamente” il cammino europeo della Bosnia Erzegovina.

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Il primo ministro ungherese Viktor Orban (a sin.) e il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky il 5 ottobre scorso a Bruxelles. Foto Ansa/Epa Peter Klaunzer

Venendo al dossier ucraino, nel Consiglio di Bruxelles si ribadirà il sostegno comune a Kiev. L’Italia in particolare continuerà a rimarcare la sua vicinanza al paese di Volodymyr Zelensky, col quale Giorgia Meloni ha avuto un colloquio telefonico. Ma su temi come l’ingresso di Kiev nella Ue non c’è unanimità tra i 27. Il veto di Orban potrebbe infatti impedire l’entrata dell’Ucraina nella famiglia europea. Il capo del Governo ungherese per ora non arretra. “La rapida adesione dell’Ucraina all’Unione europea” secondo Orbanavrebbe conseguenze devastanti“. Nel frattempo, anche per ‘agevolare’ le trattative, la Commissione europea ha sbloccato 10,2 miliardi di fondi di coesione per Budapest. Di certo il ruolo di Giorgia Meloni, che esattamente 3 mesi fa aveva definito l’Ungheria “un esempio perfetto” di politica sulla famiglia, può rivelarsi importante.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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