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Europee 2024: Meloni da Orban per “difendere Dio”. Salvini porta Le Pen a Pontida

Si entra in campagna elettorale e mentre la premier elegge l'Ungheria a paese modello, la Lega scommette sull'abbraccio con la destra francese

Mancano 8 mesi alle elezioni politiche europee e i partiti di Governo cominciano a posizionarsi. La sfida non sarà di poco conto. Le forze conservatrici avranno l’opportunità di diventare preponderanti nell’Eurocamera e i riflessi sulla politica interna degli Stati membri dell’Unione si faranno sentire sul futuro delle legislature nazionali. 

È anche in quest’ottica che si può leggere il viaggio a Budapest della premier italiana Giorgia Meloni che il 14 settembre ha incontrato il suo omologo e alleato politico Viktor Orban al Budapest Demographic Summit. Si tratta di un appuntamento giunto alla quinta edizione: vi prendono parte capi di Stato e di Governo, leader religiosi, accademici e rappresentanti della società civile.

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Giorgia Meloni con Viktor Orban a Budapest. Foto Twitter

Superare l’inverno demografico

L’obiettivo del summit è di riflettere su come superare il cosiddetto ‘inverno demografico‘ che congela il Vecchio Continente. In parole povere, il fatto che fra le nazioni europee nascono sempre meno bambini e aumentano gli anziani, il che dà origine a uno squilibrio tendenziale molto forte per il mantenimento dello Stato sociale.

Ma il punto è anche un altro. Le forze di destra e di estrema destra europee – che sono in crescita in Italia, GermaniaFrancia e Spagna – intendono l’inverno demografico come una minaccia per la sopravvivenza etnica delle civiltà europee. Di fronte all’aumento dei flussi migratori di profughi che arrivano dall’Africa, dall’Asia e dal Medio Oriente la ricetta dei conservatori è fatta di meno accoglienza, penalizzazione delle navi ong che salvano i naufraghi nel Mediterraneo, più respingimenti. E il tentativo di fermare le partenze nei paesi d’origine dei flussi.

“Ungheria modello perfetto”

In vista delle Europee del 2024 a Meloni sta a cuore però anche la famiglia tradizionale. “Ci sono nazioni più ricche dove nascono meno bambini” ha detto al forum di Budapest. “Dobbiamo mobilitare le risorse per sostenere la famiglia così com’è, l’Ungheria dà un esempio perfetto“.

La premier ha quindi additato le famiglie non tradizionali e “il sentimento anti-familiare” che sarebbe “molto preoccupante“. “Occorre una dura lotta per difendere l’identità delle famiglie, difendere Dio e tutte le cose che hanno costruito la nostra civiltà“, ha detto la presidente del Consiglio. “Obiettivo del nostro Governo è rimanere in carica per molti anni, cosa inusuale in Italia, a differenza dell’Ungheria. Il nostro Governo ha come priorità assoluta il numero di nascite, il sostegno alle famiglie“. Un manifesto politico chiaro per le prossime elezioni europee e le conseguenti alleanze internazionali.

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Matteo Salvini con Marine Le Pen

Salvini e Tajani, è scontro

Sull’altro fronte del Centrodestra, il segretario della Lega e vicepremier, Matteo Salvini, vuole replicare per le Europee 2024 l’accordo tra le forze conservatrici che in Italia ha portato al Governo FdI, Lega e Forza Italia. Così per domenica 17 settembre ha invitato al tradizionale raduno leghista di Pontida (Varese) Marine Le Pen, capo dei conservatori francesi del Rassemblement National, il partito di destra che punta alla conquista del paese. Ma Antonio Tajani, leader di Forza Italia ed ex presidente del Parlamento europeo, ha giurato che non farà mai un accordo con Le Pen.

E ora Salvini avverte: chi mette i veti porterà a “un nuovo inciucio in Europa” a cui la Lega non ha intenzione di partecipare. Le elezioni europee per il rinnovo del Parlamento di Strasburgo saranno dunque una sfida per gli stessi equilibri nel Centrodestra di Governo, dove non sembra aleggiare uno spirito unitario. Per non parlare del Centrosinistra, dove tutto tace. Per il momento l’unica novità riguarda Matteo Renzi e il suo annuncio del nuovo “brand politico “il Centro“.

 

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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