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Tivoli, un incendio devasta l’ospedale: 3 morti. Evacuati 200 pazienti

Una quarta persona era deceduta poco prima del rogo, scoppiato nel deposito rifiuti. Distrutto il Pronto soccorso

A Tivoli (Roma) tre persone sono morte in seguito all’incendio che si è sviluppato nella tarda serata di venerdì 8 dicembre nell’ospedale della città. Il nosocomio è sotto sequestro: circa 200 i pazienti trasferiti. La procura ha aperto un fascicolo d’inchiesta per omicidio e rogo colposo a carico di ignoti.

Due persone sono morte intossicate mentre una terza è deceduta a causa di un infarto. Una quarta persona era invece morta poco prima che scoppiasse il rogo. Le fiamme sono divampate in un locale adibito a deposito di rifiuti speciali, al livello -3 della struttura, propagandosi in alcune zone vicine.

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Vigili del fuoco all’ospedale di Tivoli. Foto Ansa/Massimo Percossi

Distrutto il Pronto soccorso

Le fiamme hanno poi raggiunto il pronto soccorso e il reparto di terapia intensiva. Altri reparti non sarebbero stati invece toccati, ma il fumo molto denso ha invaso tutto l’ospedale. Per questo si è resa necessaria l’evacuazione dell’intera struttura. I magistrati hanno disposto l’autopsia per le 3 vittime.

Il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, si è recato all’ospedale, dove ha incontrato i vertici della Asl locale assieme al prefetto di Roma, Lamberto Giannini. “Sono stati momenti caotici, questo non doveva accadere” ha aggiunto Rocca. “Cercheremo di capire le cause e trovare le soluzioni. Il Pronto soccorso dell’ospedale è distrutto. Ci vorranno settimane” ha aggiunto.

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha espresso “il più sentito cordoglio ai famigliari delle vittime dell’incendio che si è sviluppato nell’ospedale San Giovanni Evangelista di Tivoli e la vicinanza a tutte le persone colpite“. Lo si legge in una nota di Palazzo Chigi. “Quanto successo è sconvolgente. Una preghiera per le vittime, un abbraccio affettuoso ai loro cari, l’impegno affinché venga fatta chiarezza in tempi rapidissimi” ha invece scritto sui social il vicepremier Matteo Salvini. “Sono qui per portare il mio cordoglio e quello del Governo di fronte a questa tragedia” ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, giunto a Tivoli.

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Il ministro della salute Orazio Schillaci a Tivoli. Foto Ansa/Massimo Percossi

Tivoli, testimonianze drammatiche

A Tivoli i cronisti hanno raccolto le prime testimonianze dei sopravvissuti al rogo dell’ospedale. “Ho sentito la puzza di plastica bruciata e sono uscito fuori” ha raccontato Paolo Gabrielli, 39 anni, uno dei pazienti evacuati dal nosocomio. “Io ero in Pronto soccorso al piano -1, c’era solo fumo ed è saltata la corrente, quindi scappavamo grazie alle luci di emergenza anche se si vedeva poco. Sono stati momenti di panico. Oltre alle barelle ci si affrettava come si poteva e alcuni malati venivano portati anche a braccio. Noi siamo usciti attraverso l’obitorio e la polizia per farci uscire ha spaccato il cancello“.

“Vogliamo verità, abbiamo saputo dalla Tv”

Si fano sentire subito anche le voci dei familiari delle vittime. “Vogliamo chiarezza sulle cause della morte di nostra madre” hanno dichiarato i parenti di Giuseppina Virginia Facca, una delle 3 vittime dell’incendio all’ospedale di Tivoli. “Ci hanno detto che è morta nel momento in cui è scoppiato l’incendio, ma non per il fumo. Lei aveva 84 anni e aveva un problema ai polmoni, era stata nuovamente ricoverata tre giorni fa al terzo piano. Ora la sua salma si trova nella cappella dell’ospedale perché non è stato possibile portarla nella camera mortuaria“. “Ci hanno detto che nostra madre non è morta per l’incendio anche se però il decesso è avvenuto negli stessi attimi, noi vogliamo la verità. Abbiamo appreso della sua morte da un notiziario locale” ha affermato Olga Ilari, una delle figlie, in attesa di vedere la salma della donna assieme alla sorella.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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